I ministri degli Esteri della UE sostengono la divisione di Gerusalemme tra israeliani e palestinesi. Edulcorata la proposta svedese.

Bruxelles. I ministri degli Esteri dell’Unione Europea hanno dichiarato, martedì scorso, il loro sostegno all’idea di dividere Gerusalemme come capitale sia d’Israele che del futuro Stato palestinese.

Essi hanno pubblicato una relazione che invita a trovare una soluzione attraverso “colloqui di pace” che risolvano lo status di Gerusalemme come capitale di Israele/Palestina. Ma questa relazione ha fatto arrabbiare i leader israeliani, poiché considerano Gerusalemme “capitale eterna ed indivisibile di Israele”.

Questo voto è giunto dopo che la Svezia ha presentato una bozza di risoluzione concernente la divisione della città. Ma Israele ha replicato che questa proposta danneggerà le sue relazioni con la Ue e avrà delle conseguenze sulla possibilità che l’Unione Europea svolga un ruolo come mediatrice nei “colloqui di pace”.

La bozza prodotta dagli Stati della Ue indica che essa non riconoscerà alcun cambiamento avvenuto dopo il 1967 riguardante i confini, inclusi quelli di Gerusalemme est, annessa illegalmente dopo la “Guerra dei Sei giorni”.

Nel documento s’invita inoltre a stabilire uno Stato palestinese in Cisgiordania, nella Striscia di Gaza e, appunto, a Gerusalemme est.

Tuttavia, Israele non considera Gerusalemme facente parte dei “territori occupati” ed insiste anzi sul fatto che essa è la “capitale eterna ed indivisibile”, perciò non può essere oggetto dei “colloqui di pace”.

Jean Asselborn, il ministro degli Esteri del Lussemburgo, ha affermato che gli israeliani hanno il diritto di vivere in Israele e che i palestinesi hanno il diritto di vivere in Palestina, aggiungendo che Israele deve accettare il fatto che la Palestina consiste nella Cisgiordania, nella Striscia di Gaza e in Gerusalemme est.

Per di più, il ministro degli Esteri finlandese Alexander Stubb ha affermato che la Ue si oppone alle attività coloniali israeliane e ritiene piuttosto che Israele dovrebbe fermare tutte le nuove costruzioni.

I ministri degli Esteri della Ue hanno perciò ben accolto il congelamento per 10 mesi delle attività di costruzione negli insediamenti fissato dal governo israeliano, considerandolo un passo nella giusta direzione.

Essi chiedono inoltre che si arrivi a un trattato onnicomprensivo allo scopo di ottenere la pace tra Israele e il Mondo arabo.

I ministri degli Esteri della Ue, tuttavia, hanno “addolcito” a favore di Israele la proposta presentata loro dal collega svedese che parlava senza mezzi termini di “Gerusalemme come capitale dello stato palestinese”. Contro tale posizione si era infatti espresso anche il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner.

La bozza finale, dunque, comprende una formula molto più “soft”: un invito a trovare una soluzione attraverso “colloqui di pace” che risolvano lo status di Gerusalemme come capitale di Israele/Palestina.

 

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