‘I ministri degli Esteri potranno visitare Gaza’. La proposta di Lieberman

Jpost. A distanza di qualche giorno dal rifiuto della personale richiesta del ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle di lasciare che un politico di spicco tedesco potesse visitare la Striscia di Gaza da Israele, il ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman oggi ha chiesto al suo omologo italiano a Roma di organizzare un gruppo di sette ministri degli Esteri europei per visitare la Striscia di Gaza.

La scelta del ministro israeliano rappresenta un cambiamento nella politica del rifiuto di Israele che, da diversi anni, continuava a negare ai politici esteri di raggiungere Gaza.

Durante la settimana appena trascorsa, Lieberman aveva vietato al ministro per lo Sviluppo economico tedesco, Dirk Niebel, di visitare Gaza. La stampa israeliana non aveva dedicato sufficiente copertura alla notizia, al contrario di quanto invece avevano fatto i giornali tedeschi.

Secondo fonti di governo, Lieberman ha incontrato il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, lanciandogli una proposta, ovvero quella di guidare a Gaza una delegazione di ministri degli Esteri europei e, stando alla stessa fonte, l'idea è stata lanciata dopo consultazioni tra Lieberman e il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

Nella proposta non è previsto alcun incontro con rappresentanti del governo di Hamas, il fine logico, semmai, dovrebbe essere quello di attestare di persona la realtà di Gaza, ammettere che non esiste alcun embargo, carestia alimentare o crisi umanitaria.

Seguendo il suggerimento di Lieberman, i ministri europei visiteranno anche Sderot, il porto di Ashdod dove i beni vengono ispezionati prima di essere portati a Gaza da mare o da terra via Israele.

Esiste un altro motivo alla base di questa proposta: nei giorni scorsi, in una conversazione privata, Lieberman aveva chiesto il totale ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza, compreso il taglio dell'erogazione verso il territorio palestinese assediato di acqua ed elettricità. Egli ha affermato che l'Unione Europea aveva espresso soddisfazione per la possibilità di intervenire implementando progetti di impianti fognari, idrici, per la purificazione e la desalinizzazione delle acque di Gaza. E' chiaro quindi che, per fare questo, i ministri europei dovranno avere accesso al territorio palestinese.

La proposta che Lieberman ha rivolto a Frattini – che sembra abbia risposto affermativamente all'idea – è giunta a distanza di quattro giorni dalla decisione del governo per un allentamento del blocco sull'ingresso dei beni verso Gaza. Nella stessa circostanza, il portavoce di governo aveva dichiarato che “per agevolazioni nei passaggi, non andava inteso l'ingresso di diplomatici”.

Da almeno un anno, il governo di Netanyahu ha adottato la politica del divieto d'ingresso di diplomatici da Israele a Gaza e la cosa aveva creato tensioni diplomatiche, incluse quelle con i ministri degli Esteri di Francia, Turchia e Irlanda i quali erano stati respinti.

Questo divieto è strettamente legato alla volontà di impedire che si instaurino relazioni con il governo guidato da Hamas in quanto, stando alle affermazioni del portavoce di governo israeliano “sarebbero funzionali a legittimarlo”.

Un'eccezione era sopraggiunta a marzo scorso quando, su richiesta straordinaria, Israele aveva permesso che il segretario Onu, Ban Ki-moon e il responsabile agli Esteri dell'Ue, Catherine Ashton entrassero in visita nella Striscia di Gaza.

Intanto in Israele, l'opposizione con Tzipi Livni accusa il governo di Netanyahu di voler “legittimare Hamastan lasciando al Quartetto Internazionale la completa discrezione nella decisione di porre fine all'isolamento di Hamas”.

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