I palestinesi arrestati nel 2015 a Gerusalemme sono in massima parte minorenni

355328CGerusalemme-Ma’an. Le forze israeliane hanno arrestato oltre 1.900 Palestinesi nella Gerusalemme Est occupata nel 2015; in massima parte, si tratta di minori, secondo quanto dichiarato domenica da un’organizzazione per la difesa dei diritti dei prigionieri.

Uno dei portavoce del Centro Studi per i prigionieri palestinesi, Riyad al-Ashqar, ha dichiarato che circa due terzi delle persone arrestate nella città sono minori: 65 sono attualmente agli arresti domiciliari.

Secondo Al-Ashqar,Israele opta per i domiciliari per aggirare le norme sull’arresto dei minori; ma così, di fatto, “la casa del minore si trasforma in una prigione e i familiari in carcerieri”.

Le autorità israeliane hanno varato un pacchetto di misure a novembre, in risposta alle rivolte che hanno interessato Gerusalemme Est e che hanno registrato un notevole incremento nei mesi scorsi.

Tra queste, un progetto di legge approvato dal Comitato legislativo israeliano, che autorizza misure di custodia cautelare per ragazzi con meno di 12 anni che abbiano commesso reati “di matrice nazionalistica”.

Dopo l’approvazione, la ONG Addameer ha ribadito che i minori di quell’età non potrebbero comunque essere detenuti fino ai 14 anni, visto che il diritto penale israeliano lo vieta.

Secondo la ONG, la Knesset [il Parlamento israeliano] ha modificato una legge nazionale, per consentire alle autorità di bloccare l’erogazione di assegni sociali in favore dei minori accusati di “reati di matrice nazionalistica” o di “attività terroristiche” mentre sono detenuti.

I tribunali minorili, inoltre, potranno condannare le famiglie di questi minori al pagamento di multe fino a 10.000 shekel (US $2.580).

Il governo israeliano e il primo ministro Benjamin Netanyahu sono finiti sotto accusa nel mese di luglio, quando la Knesset ha approvato una legge che alza le pene per chi lancia pietre a 20 anni, se c’è una manifesta volontà di arrecare danni a persone, e a 10 anni se tale volontà non può essere dimostrata.

In molti, pensano che la legge serva solamente a punire severamente i giovani palestinesi che vivono a Gerusalemme Est e che spesso si scontrano con le forze israeliane.

Al momento dell’approvazione, il parlamentare palestinese Jamal Zahalka aveva sostenuto: “Chi sarà mandato in prigione dai giudici? Coloro che hanno demolito una casa, sottratto illegalmente la terra, ucciso un fratello e un figlio o chi ha lanciato una pietra?”

Il primo ministro israeliano ha dichiarato “guerra ai lanciatori di pietre” a settembre, autorizzando le forze israeliane ad aprire il fuoco contro chi commette tale reato nel caso in cui sussista un ‘pericolo di morte’”.

Dall’aggravarsi delle tensioni a ottobre e l’inizio degli scontri tra giovani palestinesi e forze israeliane, che ormai avvengono su base quotidiana, Addammer ha denunciato l’apertura di una nuova sezione giovanile nel carcere di Givon, in seguito al notevole aumento di arresti ai danni dei minori palestinesi.

Secondo il Defense for Children International – Palestine (DCIP), le condizioni in cui i minori sono detenuti non rispettano le norme internazionali: sono loro vietate le visite dei familiari e sono posti in regime di isolamento.

Addameere il DCIP, in seguito alla sempre maggiore frequenza con cui sono stati arrestati minori palestinesi negli ultimi mesi del 2015, hanno chiesto agli israeliani di applicare la legge con equità, senza fare distinzioni tra ragazzi palestinesi e israeliani.

Traduzione di Romana Rubeo