MEMO. Lunedì, funzionari palestinesi hanno chiesto la ricostruzione della Striscia di Gaza e la fine dell’assedio israeliano di 15 anni, riferisce l’agenzia di stampa Anadolou.
L’appello è arrivato un giorno dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco mediato dall’Egitto per porre fine a tre giorni di attacchi aerei su Gaza e di razzi di rappresaglia.
Almeno 47 Palestinesi sono stati uccisi e altri 360 feriti nell’offensiva israeliana, secondo i dati del ministro della Salute.
“L’ultimo attacco ha distrutto 18 case, ne ha rese inabitabili 71, e 1.675 parzialmente danneggiate”, ha affermato Naji Sarhan, vice ministro dei lavori pubblici e dell’edilizia abitativa.
Ha aggiunto che il suo ministero non ha ricevuto i fondi promessi per ricostruire le 2.200 case distrutte dall’offensiva israeliana dello scorso anno su Gaza.
“Il costo della ricostruzione di queste unità abitative è stimato in circa 100 millioni di dollari”, ha aggiunto.
Il portavoce del governo, Salama Marouf, ha chiesto di porre fine alla politica israeliana di punizione collettiva contro la popolazione di Gaza.
“Ci appelliamo alla comunità internazionale per togliere il blocco imposto a Gaza”, ha spiegato.
Patria di 2,3 milioni di persone, Gaza subisce l’assedio disastroso di Israele dal 2007, influendo gravemente sui suoi mezzi di sussistenza.
Ghazi Hamad del ministero dello Sviluppo sociale ha affermato che la recente offensiva israeliana “ha peggiorato la già difficile situazione umanitaria a Gaza”.
“Le ripetute aggressioni riflettono la politica di Israele di mantenere la Striscia di Gaza esausta e sotto pressione”, ha sottolineato.
Traduzione per InfoPal di Edy Meroli