New York – Ma'an. La leadership palestinese –nonotante la ferma opposizione statunitense e israeliana – darà al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite “del tempo” per studiare l'applicazione di una piena adesione all'Onu. E' quanto ha dichiarato ieri un dirigente di spicco palestinese.
“Daremo del tempo al Cosiglio di Sicurezza perché prenda in considerazione la nostra richiesta di piena adesione prima dell'Assemblea generale”, ha dichiarato Nabil Shaath, dirigente di spicco del partito del presidente Mahmoud Abbas, Fatah, ai reporter a margine della seduta di ieri.
Alcuni diplomatici Onu e dirigenti politici hanno affermato che le 15 nazioni che fanno parte del Consiglio di Sicurezza potrebbero prendere tempo per modificare l'applicazione dell'adesione palestinese all'Onu, che Abbas ha giurato di sottoporre venerdì al presidente Ban Ki-moon.
“Ogni ritardo sarà parte della procedura”, ha detto Shaath, aggiungendo che se ci sarà un “ritardo eccessivo”, “i palestinesi si rivolgeranno all'Assemblea generale”.
Il riferimento di Shaath è alla seconda opzione Onu che i palestinesi stanno prendendo in considerazione insieme a quella della piena adesione.
La seconda possibilità è la cosiddetta “opzione Vaticano”, attraverso la quale i palestinesi cercherebbero uno status come “osservatori non-membri” alle Nazioni Unite, condizione che li renderebbe in grado di aderire alla Corte Criminale internazionale e siglare trattati e convenzioni internazionali.
Attualmente i palestinesi sono un'entità-osservatrice alle Nazioni Unite (senza potere alcuno, ndr).
Non sarebbe difficile, per i palestinesi, ottenere uno status di non-membro, come il Vaticano, poiché ciò non ha bisogno dell'approvazione del Consiglio di Sicurezza e richiederebbe soltato l'approvazione di una semplice maggioranza nell'Assemblea generale formata dalle 193 nazioni-membro. Sarebbe anche un riconoscimento indiretto dello Stato palestinese.
(…)