I ‘palestinesi del 1948’ celebrano la ‘Giornata della terra’.

Nazareth – Infopal. I palestinesi che vivono nelle terre occupate nel 1948 [“Stato di Israele”, ndr] hanno ultimato i preparativi per la XXXIV “Giornata della terra”, che si celebra il 30 marzo di ogni anno. Si tratta del giorno in cui, nel 1976, caddero martiri sei palestinesi della regione di al-Jalil (Galilea) mentre protestavano contro il furto israeliano delle loro terre.

Mentre proseguono le distruzioni delle case e gli espropri di terre nella “Palestina del '48”, nelle città e nelle cittadine arabe di quella parte di Palestina si susseguono cortei di protesta contro queste misure israeliane.

Per questa ricorrenza, il Comitato per le questioni dell'istruzione araba nelle scuole arabe ha organizzato varie iniziative culturali, in modo da approfondire la valenza culturale, nazionale e popolare di questa ricorrenza.

Inoltre, il Movimento islamico nella Palestina del 1948 ha organizzato, per il quinto anno consecutivo, un campo di solidarietà con il Negev, che contempla decine di progetti i quali mirano a sostenere la determinazione della gente del Negev a restare sulla propria terra, minacciata dagli espropri. Inoltre, sono previsti interventi conservativi di scuole, cimiteri, moschee, ma anche il rinfoltimento degli oliveti.

A queste iniziative hanno partecipato migliaia di palestinesi, tra cui i parlamentari arabi della Knesset [il parlamento israeliano, ndr] e leader locali, i quali si sono uniti ai cortei organizzati nella città di at-Tayba, nel centro della Palestina occupata, dove Israele minaccia di distruggere decine di case.

L'Alto Comitato per le questioni dei palestinesi del Negev ha emesso un comunicato nel quale invita alla più ampia partecipazione ai cortei che si tengono a Sakhnin, a at-Tayba e nel Negev.

Il Comunicato stesso afferma inoltre che la “Giornata della terra” quest'anno “cade in un momento che vede un inasprimento delle minacce che i palestinesi devono affrontare”.

Il presidente dell'Alto Comitato, Muhammad Zaydan, afferma quel che contraddistingue questa XXXIV “Giornata della terra” è “l'escalation nelle demolizioni di case del 1.200.000 palestinesi che vivono all'interno di 'Israele', allo scopo di metterli sempre più alle strette, sottomettendoli politicamente con la scusa dell'applicazione della legge”.

Zaydan afferma inoltre che le autorità israeliane si adoperano sempre più per demolire le case dei palestinesi con il pretesto dell'abusivismo edilizio. Tra l'altro, i palestinesi, che devono fare fronte alle necessità della vita, sono costretti a costruire senza i permessi perché gli enti competenti non glieli concedono sia per motivi etnici che politici.

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