I palestinesi fuggono da Rafah, nel sud di Gaza, sotto il fuoco israeliano

Gaza – MEMO. Domenica migliaia di palestinesi hanno iniziato a fuggire dalle loro zone nel quartiere di Tel al-Sultan, nella Rafah occidentale, nella Striscia di Gaza meridionale, dopo un ordine di evacuazione israeliano, secondo quanto riferito dall’agenzia Anadolu.

Secondo un reporter di Anadolu, le famiglie portavano con sé pochi averi mentre lasciavano le loro tende e si dirigevano a piedi verso al-Mawasi, che si estende lungo la costa di Gaza dal sud di Khan Younis, a nord di Deir al-Balah.

Testimoni hanno riferito che le forze israeliane hanno aperto il fuoco sui civili sfollati che lasciavano la zona sui loro carretti.

Una fonte medica ha detto che diverse persone sono state uccise e ferite nell’attacco, senza fornire una cifra esatta.

L’ordine di evacuazione è arrivato tra le terribili condizioni umanitarie in tutta Gaza, che è ufficialmente entrata nella prima fase di carestia la scorsa settimana, nella continua chiusura dei valichi di confine del territorio da parte di Israele, dal 2 marzo.

L’esercito israeliano ha ordinato ai residenti di Tel al-Sultan di evacuare immediatamente, definendo la zona una “pericolosa zona di combattimento”.

L’esercito ha anche avvertito i civili di non usare veicoli e ha minacciato gravi conseguenze per i residenti rimasti nei rifugi.

Almeno 23 palestinesi sono stati uccisi in nuovi attacchi aerei israeliani a Rafah e Khan Younis, nella parte meridionale di Gaza, domenica, ha affermato il ministero della Salute.

L’esercito israeliano ha lanciato una campagna aerea a sorpresa su Gaza da martedì, uccidendo più di 700 palestinesi, ferendone oltre 1.200 e infrangendo un cessate il fuoco e un accordo di scambio di prigionieri che è entrato in vigore a gennaio.

Oltre 50 mila palestinesi sono stati uccisi, per lo più donne e bambini, e oltre 113.250 sono rimasti feriti in un brutale assalto militare israeliano a Gaza dall’ottobre 2023.

La Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto lo scorso novembre per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ex-ministro della Difesa Yoav Gallant per crimini di guerra e contro l’umanità a Gaza. Israele deve affrontare anche un caso di genocidio presso la Corte internazionale di giustizia per la sua guerra contro l’enclave.