I Palestinesi occupano gli uffici del CICR a sostegno dello sciopero della fame

unnamedGerusalemme-Ma’an. Lunedì sera 80 attivisti palestinesi hanno occupato la sede del Comitato Internazionale della Croce Rossa nella Gerusalemme Est occupata per esprimere solidarietà a un prigioniero palestinese che è in sciopero della fame da più di 50 giorni. Giovani palestinesi hanno piantato le tende e innalzato bandiere palestinesi e manifesti all’interno degli uffici del  quartiere Sheikh Jarrah di Gerusalemme Est.

L’attivista Muhammad al-Shalabi ha detto che circa 80 Palestinesi hanno dichiarato un sit-in aperto che durerà fino a quando Israele porrà termine alla detenzione amministrativa di Muhammad Allan, in sciopero della fame.

Allan, che è trattenuto senza processo o accuse da novembre, è in sciopero della fame da almeno 56 giorni, anche se il periodo di tempo non è chiaro.

Lunedì è stato portato al Barzilai Medical Center di Ashkelon, dove si è temuto che medici israeliani intendessero alimentarlo forzatamente.

Al-Shalabi ha detto che gli attivisti palestinesi chiedono che il CICR invii un rappresentante permanente presso il Barzilai Medical Center perché stia con Allan per prevenire eventuali tentativi di alimentarlo forzatamente.

Chiedono anche che alla madre e alla famiglia di Allan sia permesso di fargli visita, e che il CICR fornisca “protezione” ai Palestinesi che sostengono Allan.

Gli attivisti hanno condannato il CICR per il “silenzio” sul caso Allan, hanno accusato l’organizzazione di non aver fatto abbastanza per salvare la sua vita.

Il movimento ha anche condannato la leadership palestinese per non aver organizzato manifestazioni per sostenerlo durante lo sciopero della fame.

Hanno detto che le guardie israeliane presso il Barzilai Medical Center avevano aggredito i manifestanti nel centro lunedi mattina.

Allan è stato trasferito al Barzilai dopo che i medici dell’ospedale Soroka a Beersheba sembra abbiano rifiutato di costringerlo a mangiare.

Il Barzilai Medical Center ha detto che, anche se vedono l’alimentazione forzata come un “passo inaccettabile”, possono ricorrere alla controversa procedura per “salvare la sua vita”.

L’Associazione Medica israeliana ha detto che “nel rispetto dei principi etici generalmente accettati in Israele e all’estero, le cure mediche forzate, tra cui l’alimentazione forzata, sono proibite”.

Traduzione di Edy Meroli