“I palestinesi rifiutano di essere una merce di scambio in mano a chi controlla l’assedio”

Gaza- Quds Press. “La Commissione nazionale per la rottura dell’assedio e per la ricostruzione”, ha avvertito del pericolo della situazione nella Striscia di Gaza alla luce dell’assedio costante e della mancanza di materiali per la ricostruzione e ha lanciato l’allarme sulla possibile imminente esplosione della situazione.

Adham Abu Salmiya, portavoce della Commissione, parlando in base alle affermazioni della portavoce dell’Unwra sull’impossibilità dell’agenzia di far fronte alla drammatica situazione nella Striscia di Gaza e al collasso delle infrastrutture, ha detto che si tratta di “dichiarazioni gravi, che confermano il fallimento delle Nazioni Unite e delle sue istituzioni nel compiere il proprio dovere verso Gaza assediata”.

Ha sottolineato che le Nazioni Unite e le sue agenzie non si stanno impegnando seriamente a svolgere il loro dovere verso Gaza e non fanno pressioni sull’occupante per togliere l’ingiusto assedio e fermare la punizione collettiva verso i gazawi.

Ha ribadito che la situazione nella Striscia di Gaza è “catastrofica” e che i settori fondamentali della vita, in particolare la salute, l’economia e le infrastrutture sono al tracollo a causa della persistenza dell’assedio, del blocco e il divieto di ingresso dei materiali necessari per la ricostruzione”.

Ha aggiunto: “Il ruolo del UNRWA deve continuare ed evolversi al di là delle dichiarazioni sull’importanza e la serietà. Si richiede all’agenzia di tradursi in azioni sul campo, nel fornire servizi quali lo sviluppo umano, la salute, l’istruzione e il conforto ai i rifugiati palestinesi.

“Dopo la recente aggressione israeliana a Gaza, l’Onu è diventata parte del problema. Il piano di Robert Serry per la ricostruzione è un piano che legittima l’assedio ingiusto di Gaza, e che ribalta il ruolo delle Nazioni per la difesa dei diritti dei popoli, trasformandolo in uno strumento nelle mani dell’occupazione sionista per stringere l’assedio di Gaza e l’imposizione di punizioni collettive a due milioni di persone”.

AbuSalmiya ha spiegato che uno stato di rabbia e di ebollizione domina la popolazione palestinese e che migliaia di persone che hanno perso le loro case sono ancora senza riparo dal freddo, mentre l’occupazione continua ad impedire l’entrata dei materiali per la costruzione. Fino ad ottobre sono entrate 16 mila tonnellate di cemento, rispetto ai due milioni di tonnellate di cui necessitano.

Abu Salmiya ha anche avvertito dell’imminenza di una sollevazione popolare se la situazione umanitaria continuerà così: “Il nostro popolo non accetterà di morire lentamente, e non accetterà di diventare merce di scambio nelle mani delle diverse parti che controllano l’assedio”.
Ha sottolineato la necessità che le autorità egiziane aprano il valico di Rafah in modo permanente, per alleviare le sofferenze della popolazione, e ha fatto notare che il ruolo dell’Egitto dovrebbe essere di supporto al diritto dei palestinesi contro l’ingiustizia e l’assedio, e non in contrario…

Traduzione di Ziad Yacoub