I parlamentari inglesi votano sul riconoscimento dello Stato Palestinese

Londra-Afp. I parlamentari britannici hanno espresso lunedì un voto, non vincolante, sul riconoscimento della Palestina, anche se i ministri del governo non vi prenderanno parte, come segno di sensibilità politica nei riguardi dell’argomento.

Il dibattito è seguito attentamente dall’estero dopo che la Svezia è incorsa nell’ira israeliana, questo mese, perché ha affermato che riconoscerà la Palestina.

Il voto simbolico è su una mozione presentata da Grahame Morris, un parlamentare del Partito Laburista che è all’opposizione, ed è probabile che ottenga l’appoggio di molti membri del partito.

All’interno dei due partiti della coalizione al governo, alcuni Conservatori e la maggior parte dei Democratici Liberali sono propensi per il voto a favore, nonostante la posizione del governo.

“Se il voto fosse un successo metterebbe tremendamente sotto pressione l’attuale governo ed il prossimo, che probabilmente sarà un governo laburista, per riconoscere la Palestina come stato”, ha dichiarato Morris all’AFP in una e-mail.

“Il riconoscimento della Palestina da parte del Regno Unito potrebbe dare l’impulso decisivo perché altri stati dell’Unione Europea lo seguano”, ha affermato.

Alcuni parlamentari laburisti a favore di Israele voteranno contro ed hanno espresso un certo malumore contro l’ordine, arrivato dai vertici del partito, di votare a favore di quel che ci si aspetta sarà un dibattito molto acceso.

Il dibattito nella Camera dei Comuni, che è iniziato alle13:30, segue il fallimento dei colloqui di pace tra Israele e Palestina ed il conflitto a Gaza di quest’anno nel quale più di 2000 Palestinesi e decine di Israeliani hanno perso la vita, la maggior parte soldati.

L’Autorità Palestinese ha stimato in 134 i paesi che hanno riconosciuto la Palestina come stato, anche se il numero viene contestato e molti riconoscimenti di paesi membri dell’Unione Europea risalgono all’era sovietica.

Il neo-eletto primo ministro Svedese Stefan Loefven ha annunciato questo mese la sua intenzione di riconoscere lo stato palestinese.

Sayeeda Warsi, una ex-ministro britannica che si è dimessa in agosto perché il governo non è riuscito a condannare l’azione militare di Israele contro Gaza in modo abbastanza severo, ha esortato i parlamentari a dare il buon esempio.

“Vi è una mancanza di volontà politica e i nostri punti di riferimento morali si sono perduti”, ha riferito l’ex-ministro degli Esteri all’edizione domenicale del ‘The Observer’.

“In un qualche modo dobbiamo infondere nuova vita in questi negoziati, ed uno dei metodi che possiamo utilizzare è il riconoscimento dello stato palestinese”, ha detto.

Riguardo agli insediamenti israeliani in Cisgiordania occupata con l’annessa Gerusalemme Est, ha inoltre aggiunto: “Se gli insediamenti non verranno fermati… allora la fattibilità di una soluzione con due stati è fallita”.

Morris ha affermato che il riconoscimento sarebbe “un messaggio chiaro e giustificato che la Gran Bretagna ed altri riconoscono i diritti dei Palestinesi e che il progetto delle colonie illegali non ha validita”.

L’ex-ministro britannico per lo sviluppo internazionale Alan Duncan, un parlamentare conservatore che dovrebbe recarsi a Gaza con Warsi entro la fine di questo mese, ha detto che il paese ha “un dovere storico e morale” di riconoscere lo stato palestinese.

La Gran Bretagna, nel 2012, si è astenuta dal voto alle Nazioni Unite che intendeva dare alla Palestina la qualifica di stato osservatore, e che gli era stato garantito nonostante l’opposizione degli Stati Uniti e di Israele.

“Crediamo che il riconoscimento internazionale di uno stato palestinese sia prematuro”, ha affermato il portavoce del Dipartimento di Stato americano Jen Psaki a seguito delle critiche israeliane nei confronti della posizione della Svezia.

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi