I prigionieri continuano la lotta nelle carceri dell’occupazione contro abusi e repressione

Quds Press. Il Club del prigioniero (PPC) ha affermato che “i prigionieri si rifiuteranno di partecipare al cosiddetto controllo di sicurezza”.

Lunedì, il PPC ha sottolineato in una dichiarazione che “questo atto fa parte delle azioni di disobbedienza e di rifiuto che i prigionieri hanno recentemente intrapreso, in segno di protesta contro le misure dell’autorità carceraria nei loro confronti, in particolare per i prigionieri del movimento del Jihad islamico’’.

Il PPC ha dichiarato che i prigionieri stanno procedendo con le loro azioni di lotta, e che “tali atti dipenderanno dalla risposta dell’autorità carceraria alle loro richieste, in particolare la cessazione delle misure punitive e gli abusi di vario genere”.

I prigionieri e tutte le organizzazioni militanti hanno formato un comitato nazionale di emergenza, per gestire la protesta in corso fino a quando le loro richieste non saranno state accolte. Tutto questo si inscrive all’interno del programma di lotta indetto dai prigionieri nelle carceri dell’occupazione.

L’Autorità penitenziaria israeliana, dal 6 settembre, a causa dell’operazione “Freedom Tunnel”, ha imposto ai detenuti una serie di misure molto pesanti, oltre all’attuazione di politiche aspre e disumane.

Le autorità carcerarie hanno preso di mira soprattutto i prigionieri del movimento del Jihad islamico attraverso molteplici trasferimenti, isolamento e reclusione in celle dove non sono soddisfatte le minime condizioni per il rispetto della vita umana.

Traduzione per InfoPal di G.B.