I prigionieri di Hamas: dalla ‘padella’ di Israele alla ‘brace’ dell’ANP

Cisgiordania – Palestine-info. Negli ultimi tempi, si assiste ad un accanimento dell'Autorità di Ramallah nei confronti dei prigionieri di Hamas, senza che la questione occupi il posto che merita nel dibattito interno alla società palestinese.

L'ANP colpisce in vari modi i prigionieri di Hamas, ed anche i loro familiari, viste le difficoltà economiche delle famiglie di costoro, a differenza di quelle degli appartenenti a Fatah…

Non parliamo poi degli arresti eseguiti dalle Forse di sicurezza dell'ANP subito dopo l'uscita dalle carceri israeliane, anche dopo molti anni!

Oppure, ricordiamo i metodi 'classici' delle punizioni in carcere, oltre alle difficoltà create alle mogli, le quali ricevono mandati di comparizione senza motivo.

Taglio dei viveri…

Il taglio dei viveri è uno dei metodi più usati dall'ANP per colpire i prigionieri di Hamas. Vengono colpiti quelli che aiutano i loro familiari in carcere, anche con le confische. Oppure si pensi ai fondi stanziati per i prigionieri dell'OLP (800 shekel al mese), ma non per quelli di Hamas o del Jihad Islamico, in base ad un provvedimento apertamente discriminatorio delle autorità di Ramallah, in particolare del suo ministero delle Finanze. Ai prigionieri di Hamas e alle oro famiglie, invece, non arriva il becco di un centesimo.

Che dire, poi, del ministero dei Prigionieri dell'ANP, il quale proclama di “rappresentare tutti i prigionieri”?

Invero uno strano provvedimento quello per cui si stanziano fondi pubblici che andranno, in maniera discriminatoria, solo nelle tasche di alcuni.

Inoltre sono state tagliate le provvidenze per i prigionieri dopo la loro liberazione. Una cosa molto grave, se si pensa che esiste una legge che prevede un contributo mensile, commisurato al periodo di detenzione, per chi ha trascorso più di cinque anni in prigione.

Ma vi è anche chi si è visto togliere lo stipendio perché è di Hamas, sebbene sia stato dieci o quindici anni nelle prigioni degli occupanti israeliani.

L'arresto subito dopo la liberazione!

Si tratta di una cosa automatica: i membri di Hamas vengono liberati dalle carceri israeliane e vengono arrestati dalle milizie di Abbas.

Alcuni sono stati arrestati addirittura prima di fare ritorno a casa. È il caso di Mujahid Habib, di Betlemme, liberato dopo due anni di “detenzione amministrativa” e preso dalle milizie di Abbas prima che sua moglie e i suoi figli potessero rivederlo.

Si tratta di un semplice esempio di quel che accade centinaia di volte da tre anni. Una cosa davvero penosa, perché i palestinesi sono soliti onorare i propri prigionieri subito dopo la loro liberazione…

Vietate le manifestazioni di solidarietà

Le milizie di Abbas vietano infatti a tutti gli ex prigionieri di Hamas di organizzare qualsiasi festa per la loro liberazione… Addirittura si può essere convocati per aver preso parte ad una di queste occasioni di festa.

Un altro aspetto dell'oppressione sta nel divieto di partecipare a qualsiasi iniziativa che riguardi i prigionieri, anche quelle non organizzate direttamente da Hamas. Si arrestano così gli organizzatori, di modo che non provino più ad organizzare iniziative del genere…

È quel che è accaduto circa due settimane fa, quando degli uomini armati di Fatah hanno fatto irruzione in una celebrazione in onore dei “detenuti veterani” nelle carceri israeliane tenutasi ad ar-Ram, a nord di al-Quds (Gerusalemme): la sede dell'iniziativa venne accerchiata, e sotto minaccia di morte venne intimato di cancellare l'evento, con tutti quelli che erano convenuti lì allontanati in malo modo.

Oggetto di questi festeggiamenti erano 'Aziz Dwik, presidente del Consiglio Legislativo Palestinese, e i parlamentari del Movimento islamico in Cisgiordania.

Vi è da notare che questa soperchieria da parte degli elementi dell'ANP è avvenuta in una città che fa parte della zona C, nella quale non può esservi presenza militare palestinese senza il permesso delle autorità israeliane…

Arresti delle mogli dei prigionieri

La questione degli arresti o dei mandati di comparizione per le mogli dei membri di Hamas arrestati dall'ANP è della massima delicatezza, se si considera che la maggior parte di esse vengono sottoposte a queste misure perché le milizie di Abbas non possono mettere le mani sui loro mariti, che si trovano nelle carceri israeliane…

Questa faccenda ha suscitato forte sdegno tra i prigionieri, i quali giudicano questi comportamenti come segno di totale immoralità.

In Cisgiordania – in particolare a Nablus e a Qalqiliya – si registrano decine di casi del genere: si pensi all'interrogatorio della moglie del combattente Ahmad Nabahan Saqr, di Nablus, o a quello della moglie di 'Umar 'abd er-Rahim al-Hanbali, pochi giorni prima della liberazione di quest'ultimo dalle prigioni degli occupanti. Il motivo? Si era offerta in ostaggio finché suo marito non fosse stato liberato!

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