Circa 400 prigionieri palestinesi avevano lanciato uno sciopero della fame a tempo indeterminato, la scorsa settimana, a seguito del fallimento dei colloqui con i Servizi penitenziari israeliani (IPS) sul deterioramento della situazione nelle carceri. I prigionieri avevano programmato di intensificare il loro sciopero una settimana dopo, astenendosi dal bere acqua se le autorità israeliane non avessero accettato le loro richieste.
La fine della protesta è avvenuta dopo intensi negoziati tra i leader dello sciopero, compresi i rappresentanti delle fazioni palestinesi in carcere e l’IPS.
In una dichiarazione rilasciata lunedì sera a nome dei movimenti dei prigionieri, il Comitato congiunto dei prigionieri delle Fazioni islamiche e nazionali ha dichiarato: “Il movimento dei prigionieri ha confermato di aver raggiunto un accordo con il Servizio penitenziario israeliano rimuovendo dispositivi elettronici di disturbo e permettendo loro di avere dei telefoni fissi in carcere per chiamare le famiglie”.
Le autorità israeliane hanno anche acconsentito ai prigionieri in isolamento di ritornare nelle celle con i loro compagni.
Secondo l’analista politico Adnan Abu Amer: “Per la prima volta nelle prigioni israeliane, Israele ha accettato di installare telefoni pubblici nelle celle dei prigionieri”.
Il portavoce dell’ufficio informazioni dei prigionieri, Ali Almoghrabi, ha dichiarato: “Questa è una nuova vittoria per il movimento dei prigionieri, che hanno costretto le autorità israeliane ad accettare le loro richieste dopo solo una settimana di proteste”.