I ribelli qaedisti siriani e il ritorno del Medioevo

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Benswann. Di Michael Lotfi. Per parecchio tempo, abbiamo fornito una copertura esaudiente della guerra civile siriana. Delle atrocità emergono ogni tanto. Avevamo scoperto il volto barbarico dell’Esercito Siriano Libero (Esl) quando un suo membro aveva estratto il cuore di un soldato, mangiandolo e rivendicando il suo atto in nome di Allah. Ora, vediamo un altro crimine contro l’umanità, che è una pratica comune tra i ribelli.

Il Time Magazine ha avuto l’accesso esclusivo alle immagini che mostrano i ribelli siriani in azione. La decapitazione mostrata nel filmato è una delle quattro avvenute in quel giorno.

Di seguito è riportato il racconto del fotografo, testimone oculare dell’evento:

“L’uomo è stato portato in piazza con gli occhi bendati. Ho cominciato a riprendere le immagini, una dopo l’altra. Era la quarta esecuzione che fotografavo quel giorno. Mi sentivo malissimo, sono stato sul punto di vomitare per più volte, ma sono riuscito a trattenermi, perché come giornalista ho capito che dovevo documentare tutto ciò, come avevo fatto nelle tre volte precedenti, fotografando altre tre decapitazioni avvenute in altrettanti luoghi fuori Aleppo.

La folla ha cominciato a festeggiare, tutti erano felici. Sapevo che se avessi cercato di intervenire sarei stato allontanato, e che l’esecuzione sarebbe andata avanti. Sapevo che non sarei stato in grado di cambiare ciò che stava accadendo, e che avrei potuto mettermi in pericolo.

Ho visto una scena di crudeltà assoluta: un essere umano trattato in un modo in cui nessun altro umano dovrebbe essere trattato. Ma mi sembra che in due anni e mezzo la guerra ha degradato l’umanità delle persone. In quel giorno, la gente presente all’esecuzione non aveva alcun controllo sui propri sentimenti, desideri o rabbia. Era impossibile fermarli.

Non so quanti anni avesse la vittima, ma era giovane. È stato costretto in ginocchio, mentre i ribelli intorno a lui leggevano i suoi capi d’accusa da un foglio di carta. Erano tutti in piedi mentre il giovane era in ginocchio, a terra, con le mani legate. Sembrava congelato.

Due ribelli gli hanno sussurrato qualcosa all’orecchio e il giovane ha risposto in maniera innocente, ma triste. Non sono riuscito a capire quello che ha detto, in quanto non capisco l’arabo.

Giunto il momento dell’esecuzione, i ribelli gli hanno afferrato la gola. Il giovane ha cercato di lottare ma tre o quattro ribelli lo hanno spinto in basso. L’uomo ha cercato di proteggere la sua gola con le mani, ancora legate insieme. Ha cercato di resistere, ma erano più forti di lui e sono riusciti a tagliargli la gola. Hanno alzato la sua testa in aria, mentre le persone presenti agitavano le loro pistole e applaudivano. Tutti erano felici perché l’esecuzione era andata a buon fine.

Quella scena in Siria, in quel momento, sembrava una scena del Medioevo, il tipo di cose che si leggono nei libri di storia. La guerra in Siria ha raggiunto il punto in cui una persona può essere uccisa senza pietà, davanti a centinaia di persone che gradiscono tale spettacolo.

Come un essere umano non avrei mai voluto vedere quello che ho visto. Ma come giornalista, ho una macchina fotografica e una responsabilità: quella di condividere quello che ho visto quel giorno. È per questo che scrivo ciò, ed è per questo ho scattato le fotografie. Presto chiuderò questo capitolo e cercherò di non ricordarmelo più”.

Il nome del fotografo non è stato pubblicato, per proteggere la sua identità. Questo è il volto della creatura che combatte contro Assad. Questo è il volto della creatura che il presidente Obama vorrebbe sostenere. Quando Obama ha parlato all’America, due giorni fa (l’articolo è del 12 settembre, ndr), per cercare di ottenere il sostegno del popolo ad un attacco contro la Siria, egli non ha fatto alcun cenno alle armi di al-Qaeda. Infatti, nel suo discorso di 15 minuti, Obama ha menzionato al-Qaeda solo una volta, mentre ha ripetuto, per ben più di 10 volte che Assad dovrebbe essere disarmato, per dare il sopravvento all’Esercito siriano libero, sostenuto da al-Qaeda.