I soldati israeliani uccidono ragazzino di 13 anni

Nablus-Wafa, Quds Press, PIC. Venerdì, un bambino palestinese di 13 anni, Mohammad Da’das, è stato ucciso dai soldati israeliani durante scontri (*) scoppiati nel villaggio di Deir al-Hatab, a est della città di Nablus, nella Cisgiordania occupata, secondo quanto reso noto dal ministero della Salute.

Da’das è stato colpito da un proiettile all’addome ed è stato portato d’urgenza in ospedale dove i medici hanno constatato che il suo cuore si era fermato, annunciandone il decesso.

All’inizio della giornata, cinque manifestanti palestinesi sono rimasti feriti quando i soldati hanno represso le proteste anticoloniali nei villaggi di Beita e Beit Dajan, nella provincia di Nablus. Sono stati inoltre segnalati almeno 55 casi di inalazione di gas lacrimogeni.

Secondo Defense for Children International, 12 bambini palestinesi sono stati uccisi dalle forze di occupazione israeliane nella Cisgiordania occupata dall’inizio dell’anno e fino al 25 agosto.

(*) Nel linguaggio militare, gli scontri avvengono tra eserciti o gruppi armati di pari forze. Tra Tsahal, l’esercito israeliano, e la Resistenza o i gruppi di giovani palestinesi che rispondono alle aggressioni dell’occupante israeliano non c’è parità di forze. Pertanto, riportiamo tra virgolette il termine scontri/scontro, per non indurre i lettori meno informati a pensare che in Palestina sia in atto un conflitto/guerra tra attori con eserciti, armamenti e forze paritarie.