I sondaggi: Netanyahu guadagnerà più seggi nelle elezioni di settembre

MEMO. Secondo quanto rivelato dai nuovi sondaggi, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu guadagnerà più seggi nelle prossime elezioni di settembre rispetto a quelli che ha ottenuto ad aprile.

Un sondaggio, condotto dal quotidiano israeliano Maariv, ha mostrato che il partito di Netanyahu, il Likud, potrebbe conquistare 37 seggi, due in più rispetto ai 35 che ha ottenuto nelle elezioni generali tenutesi ad aprile scorso. Se il ministro della giustizia Ayelet Shaked dovesse unirsi al partito, un accordo che sembra si stia già preparando e che probabilmente si concretizzerà, il Likud potrebbe vincere fino a 41 seggi.

Questo aumento nella performance del Likud fa affidamento anche sul partito centrista Kulanu guidato dal ministro delle finanze Moshe Kahlon, che all’inizio di questa settimana ha accettato di unire i suoi quattro seggi al partito di Netanyahu. Anche se i due partiti sono alleati da lungo tempo, ed il Kulanu era previsto si unisse alla coalizione prima che i colloqui si interrompessero mercoledì scorso, Kahlon è stato criticato in quanto è venuto meno alla promessa che il suo partito sarebbe rimasto indipendente.

Allo stesso tempo, l’opposizione principale di Netanyahu, l’alleanza Blue and White (Kahol Lavan), otterrebbe 33 seggi, diminuendo di due seggi rispetto ai 35 che aveva conquistato ad aprile. Anche un altro sondaggio israeliano di Channel 13 ha confermato queste cifre, suggerendo che Netanyahu potrebbe essere nuovamente incaricato della formazione del governo dopo il 17 settembre prossimo.

Forse ancora più interessante, l’ex ministro della difesa Avigdor Lieberman – al quale Netanyahu addossa la colpa di aver bloccato la formazione di un governo a causa della sua insistenza nel voler far passare il progetto di legge Haredi – aumenterebbe i seggi di Yisrael Beiteinu da cinque a nove.

Gli spettatori  ipotizzavano che Lieberman sarebbe stato punito alle urne per aver condotto Israele alle elezioni per la seconda volta in un anno, ma i sondaggi iniziali suggeriscono un diverso risultato. E’ probabile che la base che lo appoggia – russofoni, ebrei laici, molti dei quali sono immigrati relativamente recenti in Israele – rimarrà leale e appoggerà i suoi sforzi per ridurre il potere dei partiti ultra-ortodossi nella Knesset, lo Shas e United Torah Judaism (UTJ).

Se i sondaggi risulteranno confermati a settembre, Netanyahu potrebbe dover affrontare le stesse difficoltà nella formazione di una coalizione come ha sperimentato nelle ultime sei settimane. In teoria, se tutte le fazioni di destra – Shas, UTJ, l’Unione dei Partiti di Destra (URWP), Yisrael Beiteinu di Lieberman e il partito New Right (Hayemin Hehadash) – accetteranno di partecipare al governo guidato da Netanyahu, il blocco di destra manterrebbe 72 seggi (basandosi sulla stima più prudente dei 37 seggi del Likud). Ciò darebbe loro una forte maggioranza nella Knesset composta da 120 seggi, nella quale sono necessari soltanto 61 seggi per formare una coalizione di governo.

Anche senza i nove seggi di Lieberman, una coalizione guidata da Netanyahu otterrebbe 63 seggi. Sebbene questa sia una maggioranza precaria, eviterebbe il ripetersi delle ultime sei settimane di stallo, durante le quali Lieberman possedeva il numero esatto di seggi che servivano per impedire al primo ministro di formare un governo.

Tuttavia, se qualcuno dei partiti minori dovesse scendere al di sotto della soglia minima del 3,25% necessaria per poter accedere alla Knesset, Netanyahu potrebbe trovarsi nuovamente in cattive acque. Il partito New Right, ad esempio, non è riuscito a superare la soglia ad aprile, facendo precipitare il ministro dell’educazione Naftali Bennett e il suo co-presidente nell’oblio politico.

Bennett dovrebbe ancora dirigere il New Right, nonostante le mosse di Shaked per unirsi al Likud. In questo, potrebbe unirsi agli altri partiti marginali come il partito della linea dura Zehut o il partito  molto controverso Otzma Yehudit, un erede ideologico del partito fuorilegge Kach del rabbino Meir Kahane.

Anche se queste alleanze potrebbero portare voti sufficienti a Bennett per spingere il New Right oltre la soglia minima, separare Otzma Yehudit dalla sua attuale alleanza con l’URWP potrebbe, a sua volta, mettere a repentaglio la sua esistenza. Con la previsione di sei seggi per l’URWP, sarà probabilmente riluttante a vedere preziosi ed apprezzati candidati che potrebbero lasciarlo con meno di quattro, numero di solito necessario per potersi sedere nella Knesset.

Traduzione per InfoPal di Aisha Tiziana Bravi