ICHR: investigatori palestinesi utilizzano la tortura per estorcere confessioni

358227CBetlemme-Ma’an. Secondo la Commissione Indipendente per i Diritti Umani (ICHR), le forze di sicurezza palestinesi hanno fatto uso di mezzi di tortura sui detenuti della Cisgiordania occupata e della Striscia di Gaza, per estorcere confessioni forzate.

Nella giornata di giovedì, il direttore della ICHR, Ammar Dwaik, ha dichiarato a Ma’an che l’organizzazione solo nell’ultimo anno ha ricevuto 1220 denunce in merito a casi di tortura, da parte di detenuti delle prigioni palestinesi.

Secondo le denunce avanzate, gli agenti palestinesi usano metodi di tortura sia fisici che psichici, inclusa la fustigazione, imprecazioni e blasfemie, privazione del sonno, flagellazione dei piedi e immobilizzazione forzata per svariate ore.

L’ICHR ha ricevuto 292 lamentele per maltrattamenti nei centri di detenzione dell’Autorità palestinese nella Cisgiordania occupata e 928 da palestinesi detenuti nella Striscia di Gaza controllata da Hamas.

Purtroppo anche quest’anno si è raggiunto il numero di torture del 2014, in cui si sono contati 289 reclami da parte dai detenuti della Cisgiordania e 989 da quelli nella Striscia di Gaza, ha aggiunto Dwaik.
Dwaik ha dichiarato a Ma’an che la legge palestinese ed il codice penale giordano – applicabile in Palestina – considerano entrambi la tortura sotto interrogatorio un crimine, aggiungendo che azioni di coercizione o tortura sono proibite anche dall’Articolo 13 della Costituzione palestinese.
Tutte le confessioni ottenute sotto tortura, afferma il direttore dell’ICHR, violano questo articolo e dovrebbero quindi essere considerate nulle ed invalidate.

Il direttore non specifica quale sia la percentuale di denunce sporte a seguito di confessione sotto tortura.

Alcuni rami del Sistema di sicurezza palestinese – incluse le forze di polizia- utilizzano i propri uomini per investigare in merito alle denunce di torture subite, ha continuato Dwaik. Alcuni organismi hanno confermato tali denunce, ma molte altre, giunte all’ICHR, restano non verificate.

Tortura “ordinaria”

Il rapporto dell’ICHR arriva a seguito delle numerose denunce effettuate da diversi gruppi per i diritti umani e dagli stessi detenuti che hanno visto al centro del mirino le forze di polizia palestinese.
Nel 2014, il Centro palestinese per i diritti umani ha emesso un rapporto in cui criticava pesantemente le condizioni di vita all’interno delle carceri nella Cisgiordania occupata e nella Striscia di Gaza, affermando che l’uso della tortura è “pratica ordinaria” da diversi anni ormai.

Secondo Dwaik, una delegazione dell’ICHR ha recentemente visitato la Striscia di Gaza per notificare alle autorità il grande numero di lamentele compilate contro l’apparato di sicurezza di Hamas nell’enclave costiera.
Gli ufficiali hanno affermato che avrebbero visionato le rimostranze e risposto all’ICHR.

Commentando le accuse mosse dall’ICHR riguardo la Cisgiordania occupata, il portavoce dei servizi di sicurezza dell’Autorità Palestinese, Adnan Dmeri, ha dichiarato a Ma’an che la tortura sotto interrogatorio è “proibita secondo la legge palestinese e chi la pratica deve essere condotto in tribunale”.

Dmeri afferma che ogni caso di tortura nei centri di detenzione dell’Anp è da considerarsi come “pratica individuale extragiudiziale” che viola le istruzioni date dai responsabili del servizio di sicurezza.

Dmeri ha inoltre aggiunto che ci sono stati, in passato, casi in cui ufficiali di sicurezza dell’Anp sono stati puniti, alcuni anche con la rimozione dal servizio.

Il Presidente palestinese Mahmoud Abbas nel 2014 ha firmato la lettera di adesione alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti.

Dwaik ha riportato a Ma’an che da quando la Palestina ha firmato la convenzione, i vertici politici palestinesi hanno cominciato a prestare più attenzione alla questione dei diritti umani.

Nonostante un apparente cambio di attitudini nei confronti della tortura nei centri di detenzione palestinesi, il direttore dell’ICHR afferma: “C’è ancora molta strada da fare prima di abolire definitivamente la tortura”.

Traduzione di Mafalda Insigne