Il 18 novembre in piazza a Roma per la Palestina e per rompere ogni forma di complicità.

Report della riunione nazionale di Firenze

 

Il 18 novembre in piazza a Roma per la Palestina e  per rompere ogni forma di complicità

con l’occupazione israeliana e il massacro dei palestinesi 

L’incontro nazionale di Firenze di demenica 5 novembre, ha visto una ottima partecipazione e una interessante discussione sulla manifestazione nazionale del 18 novembre a Roma a sostegno della Palestina, per la revoca dell’accordo di cooperazione militare Italia- Israele e la rottura di ogni forma di complicità con il massacro dei palestinesi e l’occupazione israeliana, e sulle iniziative da intraprendere dopo la manifestazione del 18 novembre. 

1) Le adesioni alla manifestazione stanno crescendo e diverse assemblee preparatorie si sono già tenute e si terranno in varie città nei prossimi giorni. Tra le nuove adesioni giunte nell’incontro di Firenze vi sono quelle del Partito dei Comunisti Italiani e del PRC/Essere Comunisti della Toscana (a livello nazionale si deciderà nei prossimi giorni). 

2) La discussione ha approvato il testo finale dell’appello di convocazione della manifestazione (allegato qui a seguito). Verrà stampato un manifesto murale in migliaia di copie che potrà essere richiesto o scaricato dal sito internet www.forumpalestina.org nei primissimi giorni della settimana entrante.

3) Sono previsti treni sulle direttrici Milano- Bologna-Firenze, Torino-genova- Pisa-Livorno- Grosseto e da Napoli. Dal nordest e dalla Puglia sono stati annunciati dei pullman. Il tutto per assicurare la massima partecipazione alla manifestazione. Alcune iniziative di sottoscrizione hanno portato ad accumulare un minimo di fondo per contribuire alle spese di trasporto dalle regioni più disagiate (Puglia, Sicilia). 

4) Tutti gli interventi hanno preso nettamente le distanze dall’impianto sostanzialmente equidistante tra diritti dei palestinesi e politica di Israele contenuto nella piattaforma della manifestazione convocata a Milano da un arco di forze sostanzialmente collaterali al governo italiano. E’ stato ritenuto quantomeno inadeguato ogni invito alla mobilitazione che non espliciti chiaramente le piene responsabilità dell’occupazione israeliana e non assuma come proprio il diritto dei palestinesi all’autodeterminazione e alla resistenza. 

4) La riunione ha anche discusso i progetti per il dopo manifestazione. In modo particolare il lancio della campagna di boicottaggio e disinvestimento dall’economia di guerra israeliana. La campagna si concentrerà sulle aziende italiane con i maggiori investimenti sul mercato israeliano. In modo particolare la Telecom. Per il 18 novembre sarà pronto un primo manifesto e gli adesivi per la campagna di boicottaggio da sviluppare nelle varie città tesa ad ottenere il disinvestimento della Telecom da Israele.

5) Una seconda questione affrontata è stata quella della campagna contro la manipolazione dell’informazione sulla Palestina. A tale scopo verrà assicurato il massimo sostegno al convegno internazionale "La Palestina nei media, i media in Palestina" previsto per il 30 novembre a Roma. 

6) La terza area di iniziative sarà quella contro il tentativo di penetrazione nell’opinione pubblica di Israele come paese "normale" e democratico (da far entrare nell’Unione Europea e nella NATO) che prevederà manifestazioni di protesta alla Biennale di Venezia e alla mostra ospitata dalla Provincia di Milano.

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Palestina libera, adesso

L’Italia non deve essere complice del massacro dei palestinesi

e dell’occupazione israeliana

Appello per la manifestazione del 18 novembre a Roma

A metà novembre in ventidue paesi si terrà per il quarto anno la settimana di iniziative della Campagna Internazionale contro il Muro dell’Apartheid che Israele sta costruendo sui Territori Palestinesi Occupati. In Italia, anche quest’anno, siamo chiamati a dare il nostro contributo ad una campagna che assume in sé tutte le aspettative, le contraddizioni e le urgenze della lotta di liberazione del popolo palestinese dall’occupazione militare e coloniale israeliana.

Abbiamo deciso di scendere in piazza con una manifestazione nazionale a Roma sabato 18 novembre chiamando alla mobilitazione tutti coloro che ritengono insopportabile il silenzio e l’inerzia di fronte al quotidiano massacro a cui viene sottoposto il popolo palestinese. A novembre, in soli tre giorni sono stati uccisi 34 palestinesi. Solo nell’ultimo mese ne sono stati uccisi 62. Negli ultimi sei mesi ne sono stati uccisi 377, più di due al giorno.

 Ma il prossimo 18 novembre chiamiamo anche a scendere in piazza per cercare di mettere fine concretamente alle complicità dei nostri governi con l’occupazione israeliana della Palestina, con l’illegale costruzione del Muro dell’apartheid e con le minacce di aggressione contro gli altri paesi della regione (Libano, Siria, Iran).

L’Italia ha ufficializzato un accordo di cooperazione militare bilaterale con Israele che vede impegnata la principale azienda pubblica nel campo bellico e tecnologico (Finmeccanica), che vede impegnati i servizi segreti e gli apparati militari italiani nella collaborazione con le forze armate israeliane, che vede la politica ufficiale del governo Prodi non recidere concretamente i vincoli assunti dal governo Berlusconi nella complicità con le autorità di Israele. L’Italia continua così ad essere complice sul piano militare dell’apparato bellico, politico e coloniale che sta martoriando la popolazione palestinese, che ha bombardato e devastato il Libano, che minaccia di bombardare a breve anche la Siria e l’Iran. In tale contesto, è del tutto irricevibile qualsiasi ipotesi di integrazione di Israele nell’Unione Europea e nella NATO.

In Italia, in questi mesi, milioni di euro sono stati stanziati dalle Regioni per accordi bilaterali con autorità israeliane mentre i medici e gli insegnanti palestinesi non ricevono da mesi lo stipendio, gli ospedali e le scuole chiudono per mancanza di fondi e risorse, i soldi dei prodotti palestinesi venduti all’estero sono sequestrati dalle autorità israeliane che controllano i confini e le dogane.

L’Italia, al contrario, continua ad applicare l’embargo contro l’Autorità Nazionale Palestinese per punire una popolazione che ha democraticamente eletto una formazione politica – Hamas – ritenuta ostile dagli Stati Uniti e da Israele. In questo modo, una popolazione già priva di libertà di movimento e di risorse economiche, si è vista tagliare stipendi, servizi ospedalieri e scolastici, finanziamenti per lo sviluppo. Assistiamo così ad un vergognoso scenario in cui vengono applicate le sanzioni contro le vittime e non contro gli occupanti. Le autorità israeliane che imbarcano anche partiti fascisti e razzisti nel governo, continuano infatti a non essere sottoposte ad alcuna sanzione per la loro politica di annientamento contro i palestinesi.

Di fronte ad una situazione insostenibile e vergognosa di ingiustizia, oppressione, violazione dei diritti umani, riteniamo inaccettabile che il nuovo governo italiano e le forze politiche che lo compongono, dichiarino di adottare una posizione di “equidistanza” (o equivicinanza) tra i diritti dei palestinesi e la politica di Israele, mentre – nei fatti – non rompono nessun trattato o impegno preso con Israele dal governo Berlusconi. I diritti storici dei palestinesi (dallo Stato indipendente al diritto al ritorno dei profughi, dalla liberazione dei prigionieri politici palestinesi al diritto di eleggersi il proprio governo) meritano di entrare con forza dentro l’agenda delle priorità della politica estera e in un negoziato fondato su una pace con giustizia per il Medio Oriente.

In una situazione di totale asimmetria come quella israelo-palestinese, l’equidistanza diventa complicità con il più forte. Lasciarsi alle spalle il servilismo del governo Berlusconi significa introdurre cambiamenti significativi nelle scelte di politica internazionale del nostro paese. Il governo israeliano deve essere sottoposto a sanzioni internazionali fino a quando non recederà dalla politica di annientamento dei palestinesi e di minaccia contro gli altri paesi dell’area. Se i governi non adotteranno le sanzioni, la società civile avvierà comunque una vasta campagna di boicottaggio e di disinvestimento verso l’economia di guerra israeliana.

L’Italia non deve più essere in alcun modo complice dell’occupazione militare e coloniale

israeliana della Palestina né delle nuove aggressioni contro altri paesi dell’area.

Per questi motivi scenderemo in piazza a Roma il 18 novembre per ottenere

– la revoca dell’accordo di cooperazione militare Italia-Israele

– la revoca degli accordi economici tra le regioni italiane e le autorità israeliane

– la revoca del vergognoso embargo dell’Unione Europea contro il popolo palestinese.

Stop al Muro dell’apartheid

Autodeterminazione per il popolo palestinese

Solidarietà con la resistenza dei popoli alle occupazioni

Contro l’occupazione israeliana sanzioni e boicottaggio 

adesioni: palestinalibera2006@libero.it

 

 

 

 

 

 

 

 

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