Il 2014 l’anno “più sanguinoso” per i media palestinesi

Gaza-AFP/Ma’an. L’anno scorso è stato il più letale per i giornalisti che lavorano nei territori palestinesi, ha dichiarato giovedì un un centro di Gaza per il monitoraggio della libertà di stampa, mesi dopo una sanguinosa guerra israeliano contro l’enclave assediata.

“Il 2014 è stato un anno nero per la libertà di stampa in Palestina, il peggiore e il più sanguinoso”, ha riferito il centro nella sua relazione annuale.

Il rapporto accusa Israele di aver commesso 295 violazioni della libertà di stampa in tutti i territori palestinesi occupati. Tali violazioni hanno provocato la morte di 17 giornalisti durante la guerra di 50 giorni contro Gaza, nei mesi di luglio e agosto, tra cui quella di un fotografo italiano che lavorava per Associated Press.

Israele ha anche fermato o imprigionato un numero imprecisato di giornalisti, ha negato la libertà di circolazione ai lavoratori dei media locali che vogliono lasciare la Striscia di Gaza assediata, e parzialmente o completamente distrutto 19 edifici che ospitano attività editoriali durante i bombardamenti sul territorio all’epoca del conflitto.

Anche l’Autorità palestinese ha commesso 82 violazioni della libertà di stampa, tra cui l’arresto o convocazione di 28 giornalisti, e il ferimento o l’aggressione di circa 26 persone.

Il conflitto tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza densamente popolata, ha ucciso quasi 2.200 Palestinesi, la maggioranza dei quali civili, e 73 israeliani, per lo più soldati.

Traduzione di Edy Meroli