Il 60% dei rifugiati palestinesi in Libano è disoccupato

MEMO. La crisi economica in Libano e gli sviluppi a livello umanitario, oltre alla crisi COVID-19, hanno avuto un impatto negativo sulla vita dei rifugiati palestinesi nel paese. E’ quanto dichiarato da un membro del Movimento Palestinese nel campo di Nahr Al-Bared.

In un’intervista all’agenzia di stampa APA, Wissam Muhammad ha affermato che tutto il Libano, compresi i campi profughi palestinesi, ha assistito a un forte aumento dei prezzi dei beni di prima necessità, oltre agli alti prezzi dei medicinali e dei trasporti. I rifugiati palestinesi non possono soddisfare i loro bisogni con stipendi che ammontano a 50.000 lire (32 dollari) o poco più al giorno.

Ha spiegato che l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e il lavoro per i rifugiati (UNRWA) non ha adempiuto al proprio dovere nei confronti dei campi palestinesi dall’inizio della pandemia di coronavirus, invitandola a sostenere i profughi palestinesi in Libano.

Il tasso di disoccupazione nei campi palestinesi ha raggiunto il 60%, ha aggiunto.

(Foto: rifugiati palestinesi sventolano bandiere palestinesi durante una manifestazione a sostegno dei palestinesi di Gaza, nel campo profughi di Ain al-Hilweh a Sidone, in Libano, il 30 maggio 2021. [Ali Hankir – Anadolu Agency])