
Brasilia – Al-Mayadeen. Il Brasile ha ufficialmente promulgato un accordo di libero scambio con l’Autorità Palestinese, atteso da tempo, con l’obiettivo di mostrare solidarietà al popolo palestinese nel contesto del genocidio israeliano in corso a Gaza.
“L’accordo è un contributo concreto alla creazione di uno Stato palestinese economicamente sostenibile, che possa vivere in pace e armonia con i suoi vicini”, ha dichiarato il ministero degli Esteri brasiliano in un comunicato.
Il presidente Luiz Inacio Lula da Silva ha annunciato la ratifica durante il suo discorso al 64° vertice del Mercosul in Paraguay, lunedì, esprimendo rammarico per il fatto che l’accordo sia avvenuto mentre i palestinesi stanno attraversando “una guerra completamente irrazionale”.
“Siamo orgogliosi di essere il primo Paese del blocco a ratificare l’accordo di libero scambio con la Palestina. Ma non posso fare a meno di rammaricarmi del fatto che ciò avvenga in un contesto in cui il popolo palestinese sta soffrendo a causa di una guerra del tutto irrazionale”, ha sottolineato il presidente brasiliano.
Vale la pena notare che il Brasile, che ha riconosciuto lo Stato palestinese nel 2010 e ospita un’ambasciata palestinese nella sua capitale, ha ratificato l’accordo venerdì, dopo la sua firma da parte del blocco commerciale Mercosul nel 2011.
Non è chiaro se altri membri del Mercosul, tra cui l’Argentina del governo di destra del presidente Javier Milei, seguiranno l’esempio.
Contemporaneamente, l’ambasciatore palestinese a Brasilia, Ibrahim Alzeben, ha definito la decisione del Brasile “coraggiosa, solidale e tempestiva”.
È “il modo più efficace per sostenere la pace in Palestina”, ha sottolineato in un messaggio a Reuters, esprimendo la speranza che il commercio palestinese con il Mercosul, attualmente pari a soli 32 milioni di dollari all’anno, aumenti.
Brasile: un convinto sostenitore della Palestina.
A maggio, il presidente brasiliano Lula Da Silva ha richiamato il suo ambasciatore in “Israele” in seguito al brutale genocidio di quest’ultimo a Gaza e al continuo disaccordo diplomatico tra il Brasile e l’occupazione.
Secondo la Gazzetta ufficiale del Brasile, l’ambasciatore Frederico Meyer è stato inviato a Ginevra come rappresentante speciale di Lula presso le Nazioni Unite e altri forum internazionali. Attualmente, l’ambasciata brasiliana a Tel Aviv è gestita dall’incaricato d’affari del Paese latinoamericano, senza ambasciatore fino a nuovo ordine.
A febbraio, il Brasile ha richiamato il suo ambasciatore in “Israele” e ha convocato l’ambasciatore israeliano nel Paese, ha annunciato il ministero degli Esteri brasiliano, come riportato da Reuters. Ciò è avvenuto poco dopo che il ministro degli Esteri israeliano aveva annunciato che Lula Da Silva era “persona non grata” dopo aver paragonato le atrocità israeliane a Gaza alle azioni di Hitler nella Germania nazista.
All’epoca, il presidente Lula Da Silva era stato dichiarato “persona non grata” dall’occupazione israeliana, il cui ministro degli Esteri aveva dichiarato che non sarebbe stato il benvenuto in “Israele” fino a quando il Brasile non avesse ufficialmente ritrattato la dichiarazione del suo presidente.
Tuttavia, il Brasile ha annunciato di non avere intenzione di farlo, poiché la direttiva di Lula è stata chiara: non ci sarà alcuna ritrattazione e qualsiasi risposta sarà trasmessa attraverso i canali diplomatici.
A marzo, il Brasile ha ritardato la firma di un contratto con l’azienda israeliana Elbit Systems per 36 veicoli blindati equipaggiati con obici da 155 mm, adducendo la necessità di discussioni politiche tra le pressioni delle organizzazioni per i diritti umani e di personalità politiche per fermare il commercio di armi con “Israele” a causa delle sue atrocità in corso a Gaza.
L’accordo, valutato fino a 145 milioni di dollari, è stato rinviato per affrontare la potenziale resistenza del Partito dei Lavoratori (PT) del Presidente Lula da Silva e dei suoi alleati.
Da parte loro, personalità di spicco in Brasile, tra cui il cantante Chico Buarque e gli ex-ministri José Dirceu e Paulo Sérgio Pinheiro, insieme ai sostenitori del Partito dei Lavoratori (PT), hanno appoggiato l’iniziativa e chiesto a Lula di sospendere tutti gli accordi di armi con “Israele”.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.