Il Canada avvia un’indagine sui crimini di guerra nella campagna di pulizia etnica di Israele a Gaza

Gaza – The Cradle. Il 2 giugno, la Royal Canadian Mounted Police (RCMP) ha confermato l’avvio di un’indagine su potenziali crimini di guerra commessi dalle forze israeliane contro la popolazione di Gaza.

L’indagine è iniziata silenziosamente all’inizio del 2024, senza alcun annuncio pubblico, numero verde, sito web o campagna di sensibilizzazione, ed è stata confermata al Toronto Star solo lunedì.

L’indagine è classificata come “indagine strutturale”, ovvero un’ampia missione di accertamento dei fatti volta a documentare le violazioni commesse durante specifici conflitti e a raccogliere e conservare prove, comprese le testimonianze delle vittime e i documenti digitali.

In una risposta scritta alle richieste dei media, la RCMP ha sottolineato di considerare le accuse provenienti da tutte le parti con imparzialità, ma si è rifiutata di condividere ulteriori dettagli, citando la necessità di proteggere l’integrità dell’indagine in corso.

“È estremamente raro, tuttavia, che i casi finiscano in tribunale canadese”, ha osservato il Toronto Star, sottolineando la limitata portata legale di tali indagini.

La conferma arriva in un momento di crescente indignazione internazionale per il mortale programma di aiuti della Gaza Humanitarian Foundation (GHF), lanciato il 27 maggio, dopo mesi di blocco quasi totale dell’accesso umanitario a Gaza. La GHF, un’iniziativa israelo-statunitense implementata per aggirare le Nazioni Unite e le agenzie internazionali, è stata accusata di concentrare civili disperati in “zone di distribuzione” militarizzate e prive di garanzie.

Al 3 giugno, dall’avvio della GHF, almeno 102 palestinesi sono stati uccisi e quasi 500 altri sono rimasti feriti nei siti di distribuzione della GHF in tutta Gaza o nelle loro vicinanze negli ultimi otto giorni, con la maggior parte delle vittime civili affamate che cercavano di procurarsi cibo.

Mentre la GHF nega qualsiasi coinvolgimento nei massacri, testimoni e organizzazioni per i diritti umani riferiscono che le forze di occupazione israeliane hanno aperto il fuoco sulla folla, mentre in alcuni casi i mercenari ingaggiati dagli Stati Uniti che gestivano i siti sono fuggiti, lasciando le persone vulnerabili agli attacchi.

Già prima di questi incidenti, la GHF era stata criticata per quello che i critici avevano descritto come un meccanismo politicamente elaborato per costringere la popolazione a spostarsi con il pretesto di fornire aiuti. Il sistema impone lo screening biometrico, obbliga i palestinesi a recarsi in “zone sterili” designate ed esclude tutti gli organismi umanitari neutrali.

Gruppi come Medici Senza Frontiere (MSF) ed ex-funzionari delle Nazioni Unite hanno condannato il programma definendolo disumanizzante, inefficace e una possibile violazione del diritto internazionale umanitario. Alcuni hanno avvertito che potrebbe costituire una forma di distribuzione di aiuti militari, concepita non per alleviare le sofferenze, ma per controllare e punire.

Il 26 maggio, un giorno prima del lancio del GHF, l’amministratore delegato del programma di aiuti, Jake Wood, ha annunciato le sue dimissioni a causa dell’impossibilità di attuare l’iniziativa senza violare i “principi umanitari”.

Nonostante il sostegno storicamente fermo del Canada a Israele, il Dipartimento di Giustizia canadese osserva che le indagini strutturali vengono in genere avviate quando emergono prove credibili di crimini di guerra, e in Canada esiste una consistente comunità di immigrati che potrebbe contribuire alla raccolta di prove o testimonianze.

Con il crescente numero di vittime legate al GHF e gli avvertimenti di esperti legali e gruppi umanitari sempre più forti, l’indagine silenziosa della Royal Canadian Mounted Police (RCMP) potrebbe ancora svolgere un ruolo significativo negli sforzi internazionali per accertare le responsabilità – a meno che, avvertono i critici, il silenzio di Ottawa non sia un segnale di tacita approvazione.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.