‘Il canguro funanbolo’.

giovedì, 25 gennaio 2007

Il canguro funambolo

Mentre duecento storici, e lo stesso rabbino Toaff dall’alto dei suoi 91 anni, hanno espresso, in maniera diversa, perplessità sulla proposta di una legge che vieti il cosiddetto "revisionismo storico" o "negazionismo" in Italia, Mastella va avanti imperterrito.

Oggi Repubblica ci anticipa alcuni stralci del disegno di legge che il Ministro della Giustizia proporrà oggi al Consiglio dei Ministri. Da tre a dodici anni per "chi istiga a commettere reati contro l’umanità".

La pena è aggravata poi (virgoletto il testo del giornale, non so se sono parole del ddl o libere interpretazioni del giornalista),

"se l’istigazione a commettere crimini contro l’umanità (e se gli atti di discriminazione) sono stati commessi negando in tutto o in parte l’esistenza di genocidi o di crimini contro l’umanità per i quali vi sia stata una sentenza definitiva di condanna da parte dell’autorità giudiziaria italiana o internazionale".

La legge ha in realtà un "promotore" , un  certo avvocato Alessandro Ruben, presidente della filiale italiana di un’organizzazione statunitense, la Anti-Defamation League (ADL). L’ADL una volta si occupava dei diritti civili degli ebrei, ma oggi si dedica quasi esclusivamente alla soppressione di critiche allo stato d’Israele.  [1]

Tento un’analisi, partendo da una cultura giuridica nulla, e senza avere il testo del futuro Decreto Mastella-Ruben in mano. Quindi tutto ciò che ipotizzo è soggetto alle correzioni dei commentatori di questo blog.

Da quello che capisco, il termine "crimini contro l’umanità" ha vari significati, comunque la definizione che presumo sia vincolante è quella data dall’articolo 6(c)  del Tribunale di Norimberga:

«crimini contro l’umanità: assassinio, sterminio, riduzione in schiavitù, deportazione ed altri atti inumani commessi contro popolazioni civili prima o durante la guerra; persecuzione per motivi politici, razziali o religiosi in applicazione di, o in rapporto con, tutti i reati che rientrano nella giurisdizione del Tribunale, che costituiscano o meno una violazione della legislazione nazionale del paese in cui sono stati perpetrati».

Non so bene cosa significhi "atti inumani", comunque è chiaro che qui ci potrebbe stare di tutto, dalla "deportazione" dei nativi americani, alla "riduzione in schiavitù" dei neri, alla "persecuzione per motivi politici" dei comunisti indonesiani, all’"assassinio… durante la guerra" di milioni di civili nei bombardamenti aerei, ad esempio.

Ora, a prima vista, questo disegno di legge vuole vietare di "istigare" a queste cose, che peraltro sono l’accompagnamento naturale e inseparabile di ogni guerra.

E fin qui va bene. Si va in carcere, se si scrive, "uccidete a uno a uno i buddhisti". Siccome non lo dice nessuno, o la legge resta inoperativa, oppure viene applicata con un criterio ampio e inclusivo. Dire, ad esempio, "‘sti zingari sanno solo rubare", potrebbe contenere in sé un implicito, "e quindi, deportiamoli", e già lì questo ziganofilo inizia ad avere qualche dubbio. Dodici anni di carcere non lo auspico nemmeno a Borghezio.

A questo punto, però, arriviamo al vero nodo della legge: il punto in cui si dice che si può commettere istigazione a crimini contro l’umanità, semplicemente negando anche "in parte" che un certo crimine sia avvenuto; anzi questa diventa la forma più grave che ci sia di istigazione (appunto, "l’aggravante" di legge).

E’ un salto logico degno di un canguro funambolo.

Gli storici dicono che quando i crociati presero Gerusalemme nel 1099, sterminarono praticamente tutta la popolazione: musulmani, ebrei e anche cristiani.

Sicuramente un "crimine contro l’umanità".

Ora, poniamo che un qualche Cammilleri (Rino, ovviamente) oggi scriva che quel massacro non ebbe luogo, o che le fonti si contraddicono, o che i crociati non erano in numero sufficiente per compiere un simile massacro in così breve tempo.

Non mi interessa adesso sapere se questo Cammilleri immaginario abbia ragione o meno: sta sicuramente negando "in tutto o in parte" un "crimine contro l’umanità". Ma possiamo dire, per questo, che stia contemporaneamente istigando all’"assassinio, sterminio, riduzione in schiavitù" eccetera di qualcuno?

Chiaramente, il nostro Cammilleri potrebbe essere ispirato da motivazioni nascoste. Potrebbe essere convinto di riscattare l’onore della cristianità medievale; o potrebbe voler mandare un messaggio indiretto, per dire che "noi occidentali" non ci dobbiamo sentire in colpa verso "gli arabi".

Forse, addirittura, sotto sotto, il Cammilleri immaginario sa benissimo che la strage c’è stata, e con un ragionamento particolarmente contorto, negando che sia mai avvenuta, si auspica che avvenga oggi. Ma questa, mi sembra, è più competenza di uno psichiatra che di un giudice.

O forse il Cammilleri immaginario a pagina 10 del suo libro nega le stragi crociate, mentre a pagina 100 invita a uccidere tutti i palestinesi oggi stesso. Come la vedo io, l’istigazione al genocidio si trova a pagina 100, mica a pagina 10 del suo libro.

Si potrà obiettare che quella di Cammilleri è "pseudostoria". E’ un’accusa giuridicamente irrilevante, almeno finché i libri di Peter Kolosimo continueranno a essere in libera vendita, e comunque non c’entra niente con l’accusa di istigazione a commettere crimini contro l’umanità. E ricordiamo che, se i libri di Kolosimo fanno male solo all’intelligenza, le librerie sono colme di libri che possono avere conseguenze terribili: pensiamo a tutto il filone di testi che sostengono che sia possibile curare il cancro con miele, brandy e foglie di Aloe Arborescens (no, non l’ho inventato io).

Comunque, Cammilleri finirà in galera?

La risposta è no. La legge Mastella-Ruben fa riferimento, esclusivamente, a crimini contro l’umanità "per i quali vi sia stata una sentenza definitiva di condanna da parte dell’autorità giudiziaria italiana o internazionale."

Ora, per condannare qualcuno per crimini contro l’umanità – opera tipicamente di uno stato – lo devi prima catturare.

E succede molto di rado che si riesca a catturare uno stato. E’ successo con la Germania nazista e pochi altri. Questo vuol dire che si può tranquillamente negare qualunque crimine contro l’umanità, purché commessa da uno stato a piede libero, come gli Stati Uniti, la Russia, la Turchia o l’Italia.

Non so bene come funzionino le sentenze dei tribunali internazionali attuali: i lettori potranno aiutare a capire se esiste una sentenza definitiva, nel caso della Jugoslavia o della Rwanda, che non riguardi solo singoli atti di violenza, ma fissi una "storia ufficiale" inviolabile dei conflitti in quel paese.

Il folle salto logico – "negare un delitto significa istigare a commetterlo" – è evidentemente un trucco per non violare la Costituzione, che garantisce la libertà di parola.

Un po’ come se dicessero, "vietiamo la tarantella, mica perché siamo dei bigotti che non vogliono che la gente si diverta, ma solo perché costituisce apologia della mafia".

Nota:

[1] Leggo su un sito armeno che la stessa Anti-Defamation League, negli Stati Uniti, si è impegnata, anche se non con sufficiente vigore, a sostenere la campagna contro il riconoscimento ufficiale di un altro genocidio, quello degli armeni, alla luce degli ottimi rapporti tra militari turchi e israeliani.

Un riconoscimento che è passato poi  soprattutto per punire la Turchia per non aver partecipato all’invasione dell’Iraq, a dimostrazione dei tanti usi che ha ciò che passa sotto il nome di "memoria".

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