
Palestine Chronicle. Di Robert Inlakesh. Mentre il cessate il fuoco di Gaza regge, Israele segnala uno spostamento di attenzione sulla Cisgiordania occupata, scatenando timori di intensificazione delle operazioni militari e violenza dei coloni.
Martedì (14/1), mentre i negoziati per il cessate il fuoco di Gaza si avvicinavano al completamento, Israele ha lanciato attacchi mortali con droni contro un’area civile densamente popolata nel campo profughi di Jenin, uccidendo 6 palestinesi. Questo atto di aggressione è servito da segnale per ciò che potrebbe accadere.
Quasi 800 palestinesi sono stati uccisi da soldati e coloni israeliani nella Cisgiordania occupata dal 7 ottobre 2023. Ciò significa che il periodo dall’inizio del genocidio di Gaza è il più mortale mai registrato per i palestinesi nella storia della Cisgiordania dopo il 1967.
Secondo il database del principale gruppo per i diritti umani di Israele, B’Tselem, ci sono stati 736 palestinesi uccisi in Cisgiordania, nello stesso lasso di tempo dall’inizio della guerra a Gaza, durante il periodo più mortale della Seconda Intifada, tra il 7 ottobre 2001 e il 16 gennaio 2003.
All’inizio di gennaio è stato riferito dal quotidiano Israel Hayom che alti funzionari dell’esercito israeliano avevano ripetutamente richiesto l’invio di carri armati in Cisgiordania, ma le loro richieste sono state infine respinte con la motivazione che erano in utilizzo a Gaza e sul fronte settentrionale.
Israele ha affermato di aver intercettato trasferimenti di armi dalla Giordania che comprendevano RPG (lanciarazzi, ndt), il che ha portato a speculazioni sul fatto che nelle mani di gruppi armati anti-occupazione all’interno del territorio esistano tali armi rivoluzionarie.
Mentre ora vengono fornite giustificazioni sul perché l’esercito israeliano debba schierare equipaggiamenti militari più avanzati e mortali in Cisgiordania, esiste anche la minaccia che le milizie armate dei coloni scatenino una guerra prolungata contro i villaggi palestinesi per ripulirli etnicamente.
Inoltre Israele ha già da tempo reintrodotto attacchi aerei e i suoi famigerati “assassinii mirati” nel territorio, qualcosa che era quasi del tutto scomparsa dopo la conclusione della Seconda Intifada (2000-2005). Dall’ascesa delle fazioni di resistenza palestinese localizzate nel 2021, Israele ha risposto con la forza bruta e ha a lungo spinto le forze di sicurezza dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) a svolgere un ruolo nell’aiutare a reprimerle violentemente.
Nonostante le forze dell’Autorità Palestinese avessero ucciso e arrestato combattenti palestinesi anti-occupazione, si erano astenute dal lanciare un assalto totale, come quello proposto dal coordinatore della sicurezza statunitense Michael Fenzel all’inizio del 2023. Ciò fino a dicembre dell’anno scorso, quando il presidente dell’ANP Mahmoud Abbas ordinò un’operazione militare per schiacciare le Brigate di Jenin all’interno del campo profughi di Jenin.
Il controverso “Piano Fenzel” fu elaborato per garantire che l’ANP utilizzasse unità specializzate della propria sicurezza, addestrate dagli Stati Uniti in Giordania, per lanciare una campagna nella Cisgiordania settentrionale al fine di smantellare i gruppi armati di recente formazione. Sebbene l’ANP sostenesse che la sua offensiva contro i gruppi armati non fosse l’attuazione del piano statunitense, essa richiese immediatamente armi americane per un aiuto nella loro lotta.
Dopo aver assassinato combattenti e civili, tra cui bambini e una giornalista, aver chiuso acqua, elettricità, imposto coprifuoco e assediato la popolazione civile per 40 giorni, le Brigate di Jenin annunciarono di aver stretto un accordo con l’ANP per porre fine alla violenza. Quello stesso giorno (14 gennaio), l’esercito israeliano ha deciso di lanciare tre attacchi con droni vicino a una casa nel campo profughi di Jenin, uccidendo 6 civili e ferendone gravemente altri due.
Alla fine le forze di sicurezza dell’Autorità Nazionale Palestinese hanno perso un numero maggiore di combattenti rispetto alle Brigate di Jenin, quasi tutti a causa della loro inesperienza nell’uso delle armi, dimostrando di essere una forza di combattimento piuttosto incompetente e inefficace. O almeno questo sembra essere il modo in cui il governo israeliano ha interpretato la loro dimostrazione di debolezza a Jenin, dimostrando a Tel Aviv e a Washington che non sono in grado di fare il lavoro di Israele.
Nonostante abbiano utilizzato tattiche simili a quelle dell’esercito israeliano nel campo profughi di Jenin, come trasformare illegalmente un ospedale in una caserma militare temporanea – secondo i funzionari delle Nazioni Unite – e imporre un blocco, coprifuoco e sparare arbitrariamente ai civili, le forze di sicurezza dell’Autorità Nazionale Palestinese hanno decisamente fallito nell’indebolimento con la forza delle Brigate di Jenin. Ciò è avvenuto nel momento critico in cui l’Autorità Nazionale Palestinese stava cercando di dimostrare il proprio valore in Cisgiordania – per mezzo dell’operazione a Jenin – sia agli Stati Uniti che a Israele.
Mentre Donald Trump entra in carica, la comprensione generale tra gli analisti è che il considerevole contributo alla campagna, che gli è stato promesso dalla miliardaria più ricca di Israele, Miriam Adelson, ha garantito il sostegno del presidente degli Stati Uniti in entrata all’annessione israeliana in Cisgiordania. Se il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu cerca di tenere unita la sua coalizione di estrema destra, probabilmente perseguirà questo obiettivo prima del previsto.
Sebbene il genocidio di Gaza possa ora giungere al termine, il primo ministro israeliano ha ripetutamente affermato di perseguire un programma regionale in cui l’obiettivo è la “vittoria totale”. Il fallimento nello sconfiggere Hamas nella Striscia di Gaza e un accordo di cessate il fuoco non significheranno la fine della guerra, ma solo che l’attenzione si sposterà su altri fronti di un conflitto continuo.
Mentre la Striscia di Gaza ha costruito una formidabile rete di gruppi armati da ogni fazione politica palestinese, tutti insieme per combattere con continuità gli invasori israeliani, l’ANP ha distrutto la prospettiva di una tale forza in ascesa in Cisgiordania. Pertanto, mentre il presidente dell’ANP Mahmoud Abbas ha incaricato le sue forze di sicurezza e l’apparato di sicurezza preventiva (rete di intelligence) di lavorare con Israele per far rispettare la sua visione secondo cui la resistenza armata è terrorismo, la Cisgiordania è stata lentamente conquistata e dominata da coloni illegali.
Inoltre l’Autorità Nazionale Palestinese ha privato la Cisgiordania della sua capacità di opporre una solida resistenza che potesse sfidare fisicamente l’espansione degli insediamenti e un’occupazione brutale. Essa ha invece spinto la propaganda secondo cui la lotta armata porterà solo alla sconfitta.
Tuttavia, se il cessate il fuoco di Gaza regge, nonostante Israele abbia commesso uno dei più grandi crimini della storia umana negli ultimi 15 mesi, non ci saranno insediamenti o posti di blocco israeliani all’interno della Striscia di Gaza.
Nel frattempo l’Autorità Nazionale Palestinese non avrà il potere di impedire un’annessione de jure del territorio della Cisgiordania né una campagna di pulizia etnica estesa. Ciò che potrebbe toccare alla Cisgiordania potrebbe essere orribile.
Traduzione per InfoPal di Stefano Di Felice