Il Comitato esecutivo dell’Olp accusa la Forza Esecutiva del ministero degli Interni di crimini contro i palestinesi.

 

In una accusa chiara e aperta al governo palestinese, il Comitato esecutivo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina ha condannato gli "assassinii politici commessi dalla Forza Esecutiva nella Striscia di Gaza, che hanno avuto inizio con l’eliminazione dell’ufficiale Jad At-Tayeh, dei tre bambini del colonnello Baha’ Ba’alusheh, dell’ufficiale della sicurezza preventiva Mohammad Gharib e dei suoi fratelli e compagni, di Hussein Abu Hleil, dei morti della famiglia Dagmash, e di altri ancora".

Queste accuse sono pervenute attraverso un comunicato finale stilato dopo la riunione del Comitato esecutivo, svoltasi lunedì 8 gennaio nella città di Ramallah, in Cisgiordania, sotto la presidenza di Mahmoud Abbas. 

Il Comitato ha espresso il proprio appoggio alla dichiarazione di Abbas, che considera illegale la Forza Esecutiva, e alla decisione della Commissione di collegamento delle forze nazionali e islamiche che invita a sciogliere immediatamente tale forza e a farla confluire negli organi di sicurezza nazionali. 

Il comitato ha espresso il proprio rifiuto a "tutelare forme di sequestro e vandalismo contro negozi e proprietà private e pubbliche, come sta succedendo in Cisgiordania con la scusa della ‘reazione alle operazioni di uccisione e danneggiamento della Striscia di Gaza’".  

Il Comitato esecutivo ha invitato tutte le forze e le correnti a "non cadere nella trappola dell’azione e reazione, e di conseguenza a portare la nazione alla propria distruzione". Ha invitato a mantenere la calma e a impedire che quanto successo nella Striscia capiti anche in Cisgiordania. 

Il Comitato ha inoltre condannato qualsiasi parte, dentro o fuori del governo, che tenti di giustificare tali crimini e ne copra gli autori.

E ha confermato il rifiuto totale alle soluzioni transitorie, in cambio di una tregua a lungo tempo, compreso il progetto dello Stato con frontiere temporanee. In queto ambito, il Comitato esecutivo "rigetta il piano di Ahmad Yousef, consigliere del governo: la preparazione del documento e la sua distribuzione a qualche dirigente arabo, è contraria al ruolo del governo e della presidenza, come stabilisce la legge e il Documento della Concordia nazionale – secondo i quali, qualsiasi trattativa politica spetta all’Organizzazione per la Liberazione della Palestina e al suo presidente, che è capo dell’Autorità nazionale".  

Il Comitato ha anche confermato il proprio appoggio al proseguimento del dialogo nazionale per formare un governo di unità, e ritiene che l’invito a indire nuove elezioni legislative e presidenziali sia ancora valido e necessario.

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