Il Comitato nazionale per il BDS condanna ingresso Israele nell’Ocse.

Un movimento palestinese per il boicottaggio ha condannato ieri la decisione dell'Ocse d'invitare Israele a far parte dell'organizzazione internazionale.

 

Si tratta del Comitato nazionale per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni (Cnbds), una coalizione di organizzazioni e sindacati palestinesi, il cui portavoce ha sostenuto che, accettando Israele, “i paesi membri dell'Ocse mostrano un'aperta complicità con i crimini di guerra israeliani, distruggendo i fondamenti della legge internazionale. Ricompensare Israele ne fortifica l'impunità e fa svanire qualsiasi speranza realistica di raggiungere una giusta pace nella regione”.

L'invito dell'Ocse è il culmine di un processo cominciato nel 2007, quando Israele dovette passare alcuni test tecnici e applicare delle riforme che la rendessero elegibile per l'accesso all'organizzazione. Secondo la “Convenzione della Road Map per l'accesso d'Israele all'Ocse”, era anche richiesto che venisse dimostrato un reale impegno a rispettare i “valori fondamentali” dell'istituzione.

Il Cnb ha quindi dichiarato di aver pubblicato un rapporto che spiega in modo dettagliato in che modo Israele viola le richieste fatte, rendendosi teoricamente inelegibile.

“Le autorità dell'Ocse – afferma il Cnb – sanno perfettamente che Israele non soddisfa nessuno dei criteri oggettivi portati avanti. Eppure, hanno deciso d'isolare Israele, di elevarla al di sopra di questi criteri, ricompensarla per la sua sfida all'Ocse – per non parlare della legge internazionale – e rendere l'intera procedura di accesso una farsa”.

 

In attesa dell'imminente attuazione dell'invito dell'Ocse, il Cnb si è coordinato con l'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), i sindacati e altri attori della società civile in tutti e 30 i paesi membri dell'Ocse per la sua campagna intensiva contro la membership d'Israele, inaccettabile per “le sue violazioni persistenti e sistematiche dei diritti dei palestinesi, specialmente dopo le atrocità di Gaza del 2008-2009, descritte come crimini di guerra nel rapporto Onu firmato dal giudice Richard Goldstone e dai suoi colleghi”.

 

Da parte sua, anche l'Olp stessa, sostenuta da esperti di legge internazionale, ha presentato all'Ocse e ai suoi membri un parere legale che mette in evidenza questo serio problema, esigendo che vengano fatti dei chiarimenti prima di ammettere Israele a far parte dell'organizzazione.

Molti contrari all'entrata dello stato israeliano nell'Ocse hanno fatto notare che nel portfolio d'Israele presentato all'organo internazionale vi sono incluse anche le statistiche dell'economia delle colonie abusive in Cisgiordania.

“L'unica azione legalmente saggia per i governi dell'Ocse – commenta un portavoce del Cnb –  sarebbe stata quella di sospendere il processo di ammissione e prestare la giusta attenzione alle gravi implicazioni legali messe in evidenza da esperti di rilievo.

“Non farlo significa che [gli stati membri] stanno favoreggiando attivamente i crimini di guerra israeliani ai danni del popolo palestinese, e cementando l'impunità israeliana con la preservazione del suo regime di occupazione e di apartheid”.

(Fonte: Maan)

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