Il Comitato popolare contro l’Assedio di Gaza invita i paesi arabi a rompere l’assedio. L’intervista a Abduh.

Gaza – Infopal. L’on. Jamal al-Khudari, deputato e presidente del Comitato popolare contro l’Assedio, ha invitato a formare una delegazione di ministri degli Esteri dei paesi arabi che si rechi in visita nella Striscia di Gaza, per “verificare di persona i disastrosi effetti dell’assedio”.

La visita, sottolinea al-Khudari, sarebbe particolarmente importante nel mese di Ramadan in corso, e "un passo decisivo per rompere l’assedio da parte dei paesi arabi".

In un comunicato di cui il corrispondente di Infopal.it ha ricevuto copia, il parlamentare palestinese ha riferito che quello attuale è “il clima giusto per effettuare il viaggio, grazie all’arrivo delle due imbarcazioni del Free Gaza che via mare hanno rotto simbolicamente l’assedio”.

Al-Khudari ha fatto riferimento alla decisione dei ministri degli Esteri arabi, annunciata il 12 novembre 2006, di interrompere l’embargo contro la Striscia. "Sono passati due anni – ha sottolineato -, ma fino ad ora non è stato messo in pratica nulla, e la Striscia di Gaza continua a vivere assediata".

Vento di speranza. Da parte sua, il portavoce del Comitato popolare contro l’Assedio, Rami Abduh, ha affermato che l’arrivo delle due navi del Free Gaza Movement, cariche di sostenitori stranieri, ha avuto un effetto positivo sul popolo palestinese.

Durante un’intervista rilasciata al nostro corrispondente a Gaza, Mohammad Habib, Abduh ha spiegato: "Il sentimento del nostro Comitato, al momento dell’arrivo delle due barche sulla spiaggia di Gaza, era diviso tra la grande gioia, le lacrime, per la riuscita dell’impresa nonostante le minacce israeliane e gli ostacoli che gli attivisti hanno trovato, e la rabbia, la tristezza. Infatti, noi speravamo di abbracciare anche i fratelli arabi e musulmani. Avevamo sperato che anche loro sarebbero arrivati da noi, dai loro fratelli assediati nella Striscia".

Viaggio nell’assedio di Gaza. Il Comitato aveva preparato un programma dettagliato per la visita della delegazione del Free Gaza: "Volevamo raggiungere due obiettivi: il primo, ricevere e ospitare gli attivisti. Il secondo: far loro conoscere la realtà, quanto sta succedendo nella Striscia. Dunque, li abbiamo accompagnati negli ospedali, in modo che constatassero l’ampiezza della crisi in cui versa la Sanità nella Striscia di Gaza, causata dalla mancanza di medicine e di attrezzature ospedaliere. Poi, li abbiamo accompagnati nelle fabbriche distrutte dalle aggressioni israeliane o chiuse a causa dell’assedio. La delegazione ha anche visitato i valichi chiusi e incontrato i cittadini bloccati, girato per i campi profughi, dove ha conosciuto la condizione delle famiglie. Ha visitato i familiari dei detenuti rinchiusi nelle prigioni israeliane e partecipato con loro al sit-in settimanale davanti alla Croce Rossa di Gaza. Ha constatato da vicino la sofferenza giornaliera dei pescatori e dei contadini, a cui le forze di occupazione israeliane impediscono di lavorare".

Abduh ha aggiunto che la delegazione del Free Gaza è rimasta turbata dalla grande sofferenza in cui si trova la popolazione della Striscia, ma anche dalla capacità di resistenza e di sfida.

I doni del Free Gaza. Le due imbarcazioni, ha spiegato il portavoce del Comitato popolare, hanno portato apparecchi acustici da destinare ai bambini audiolesi e medicine. Tutto ciò ha contribuito a sollevare il morale degli assediati.

In arrivo altre delegazioni. Per quanto riguarda altri gruppi che intendono raggiungere Gaza, Abduh ha spiegato che il Comitato è in contatto con diverse organizzazioni europee che stanno programmando viaggi nella Striscia, nelle prossime due settimane. L’invito è "aperto a tutti", anche ai "fratelli nei paesi arabi ed islamici che vogliono sostenere la popolazione di Gaza".

Il portavoce ha espresso la speranza che l’esperienza venga ripetuta anche in Cisgiordania, "per tentare di rompere l’assedio in maniera totale e per liberare i detenuti dalle prigioni israeliane".

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