Il Consiglio di Sicurezza abbondona il progetto di una dichiarazione su Gaza.

mercoledì, 30 gennaio 2008

Il Consiglio di Sicurezza abbondona il progetto di una dichiarazione su Gaza.

da http://achtungbanditen.splinder.com/ 

[Ieri Forum Palestina pubblicava un documento da cui risultava che la prossima Fiera Internazionale del Libro di Torino, che avrà come ospite d’onore Israele, prevedeva in origine in quella posizione la presenza dell’Egitto. L’azione di lobbying dell’ambasciata israeliana sugli enti locali della zona ha indotto gli organizzatori a cestinare l’Egitto e a sostituirlo con Israele, così da far entrare la rassegna nella serie di celebrazioni per i sessant’anni dalla fondazione dello stato.
Una ragione di più per organizzare il boicottaggio.
Il modo migliore di rispondere alle obiezioni che questa misura estrema suscita (segno che il boicottaggio comincia a dare i suoi frutti) è di metterle nel giusto contesto andando a verificare quanti Palestinesi sono stati uccisi quel giorno dall’esercito israeliano.
Tanto per cambiare, invece della contabilità delle vittime, propongo oggi una notizia che rinfresca la memoria sul modo assolutamente tipico in cui vengono sbrigate le faccende all’ONU quando c’è di mezzo Israele. Traduco dall’inglese — Gianluca Bifolchi]

Il Consiglio di Sicurezza abbondona il progetto di una dichiarazione su Gaza.

28 gennaio 2008

Nazioni Unite – Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha abbandonato gli sforzi per adottare una dichiarazione congiunta sulla crisi della Striscia di Gaza, dopo il mancato raggiungimento di un accordo sugli emendamenti presentati all’ultimo momento dalla Libia.

"Sfortunatamente, il Consiglio di Sicurezza ha deciso di dare lo stop alla discussione sull’argomento", ha detto ai giornalisti il presidente del consiglio per questo mese, il rappresentante della Libia alle Nazioni Unite, Giadalla Ettalhi. Una settimana dopo l’inizio della discussione in consiglio della bozza di dichiarazione sulla crisi umanitaria innescata dal severo blocco israleiano di Gaza, Ettalhi ha detto che i 15 membri hanno compreso di "non poter raggiungere un accordo".

Ha criticato gli USA per aver respinto gli emendamenti presentati dalla Libia per conto degli ambasciatori arabi all’ONU.

La dichiarazione non vincolante richiedeva l’approvazione di tutti e 15 i membri.

"Ci dispiace che il Consiglio non sia capace di adottare una dichiarazione", ha detto Jean-Maurice Ripert, amnasciatore franmcese all’ONU.

"E’ persino peggio che se il Consiglio fosse stato chiuso ad ogni accordo", ha aggiunto.

Lo scorso Venerdì, 14 membri del consiglio si sono detti d’accordo su un testo di compromesso che invitava Israele ad una fine del blocco di Gaza, insieme ad una fine del lancio di razzi su israele. Ma Ettalhi ha detto che aveva bisogno di consultare il suo governo su come procedere.

Il Deputato USA ambasciatore Alejandro Wolff ha detto martedì che non poteva accettare gli ultimi emendamenti della Libia

"Ciò non è assolutamente dovuto ad un disaccordo all’interno del Consiglio circa la preoccupazione sulla situazione umanitaria di Gaza", ha aggiunto.

Washington, un saldo alleato di Israele, ha sostenuto la scorsa settimana che Israele aveva agito per autodifesa, quando aveva chiuso i valichi di frontiera di Gaza a seguito del lancio di razzi dal derelitto territorio controllato dal movimento di Hamas democraticamente eletto.

Il blocco israeliano aveva suscitato la condanna del mondo intero, con molti paesi che lo definivano una forma di "punizione collettiva" per il milione e mezzo di abitanti di Gaza.

"E’ una disdetta che il Consiglio di Sicurezza è stato incapace di accordarsi su una semplice dichiarazione", ha detto ai giornalisti il rappresentante palestinese all’ONU Ryad Mansour.

Ha detto che gli ambasciatori arabi, che avevano accusato gli Stati Uniti di politicizzare ciò che essi vedevano essenzialmente come una questione umanitaria, dovranno ora riconsiderare la situazione prima di decidere il prossimo passo.

La scorsa settimana gli ambasciatori arabi hanno avvertito che se Washington bloccava la dichiarazione, essi avrebbero potuto ripresentarla come risoluzione o portarla ai 192 membri dell’Assemblea Generale, dove sono certi di poter ottenere un sostegno schiacciante.

Martedì, Mansour aveva detto che in ogni caso la crisi di Gaza sarebbe ancora stata sollevata dagli stati arabi e dai loro sostenitori mercoledì, durante il dibattito pubblico in programma al Consiglio di Sicurezza dell’ONU sul Medio Oriente.

Frattanto l’Egitto ha di nuovo chiuso la sua frontiera con Gaza, eccetto che per due valichi, nel tentativo di contenere il movimento incontrollato di Palestinesi della scorsa settimana.

Centinaia di migliaia di abitanti di Gaza erano accorsi in Egitto quando dei militanti avevano praticato delle aperture nel muro di frontiera il 22 Gennaio, per spezzare il blocco che aveva lasciato gran parte del territorio senza corrente elettrica e cibo.

Fonte: Middle East Online

 

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