Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite adotta una risoluzione sulla Palestina

Ramallah – WAFA. Durante la 58ª sessione, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione sulla situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est, e sull’impegno a garantire responsabilità e giustizia. La risoluzione è stata sostenuta da 27 Paesi, mentre 4 si sono opposti.

La risoluzione chiede la fine dell’occupazione illegale del Territorio palestinese, in conformità con il parere consultivo della Corte internazionale di giustizia, la revoca del blocco della Striscia di Gaza, condannando Israele, la potenza occupante, per aver violato l’accordo di cessate il fuoco.

La risoluzione ha inoltre affermato l’illegalità dello sfollamento forzato dei palestinesi e dell’uso della fame come strumento di guerra. Ha sottolineato la necessità di ottenere giustizia e responsabilità, invitando la comunità internazionale a far rispettare il diritto internazionale, anche interrompendo il commercio di armi con la potenza occupante.

La risoluzione chiede che la potenza occupante permetta alla Missione d’inchiesta di entrare nei Territori palestinesi occupati per poter svolgere il proprio mandato.

Ha inoltre chiesto di fermare tutte le misure illegali sul territorio, tra cui l’espansione delle colonie, la demolizione delle strutture e la revoca dei permessi di residenza per i palestinesi nella Gerusalemme Est.

Ha chiesto di porre fine alle politiche di discriminazione religiosa nell’accesso ai luoghi santi e nella distribuzione delle risorse idriche.

La risoluzione ha inoltre chiesto la fine delle politiche arbitrarie contro i prigionieri palestinesi, sottolineando la necessità di ritenere responsabili gli autori dei crimini di guerra e di istituire un meccanismo investigativo internazionale permanente per raccogliere prove e perseguire i responsabili dei crimini commessi.

Nel suo discorso, il rappresentante permanente dello Stato di Palestina presso le Nazioni Unite a Ginevra, l’ambasciatore Ibrahim Khraishi, ha condannato l’aggressione in corso da 18 mesi, che ha portato all’uccisione o il ferimento di oltre 170 mila persone, la maggior parte delle quali sono bambini e donne.

Ha inoltre condannato l’uso di politiche di affamamento, la negazione degli aiuti umanitari e la presa di mira di strutture civili, giornalisti e operatori sanitari.

L’ambasciatore Khraishi ha fatto riferimento all’efferato crimine commesso dalle forze di occupazione a Rafah, domenica scorsa, che ha portato all’uccisione di 15 paramedici e soccorritori. Questo crimine si inserisce nel contesto dell’aggressione in corso e dello sfollamento forzato nella Striscia di Gaza e nel nord della Cisgiordania.

Ha inoltre condannato le misure punitive annunciate dal ministro della Sicurezza interna dell’occupazione, Itamar Ben-Gvir, contro i prigionieri palestinesi, definendole una flagrante violazione delle Convenzioni di Ginevra, soprattutto in considerazione della presenza di oltre 9.500 detenuti palestinesi, tra cui 3.500 detenuti amministrativi, 400 bambini, decine di donne e un numero imprecisato di casi di sparizione forzata.

L’ambasciatore Khraishi ha parlato del fallimento della Conferenza delle Alte Parti Contraenti delle Convenzioni di Ginevra, tenutasi lo scorso febbraio, a causa di due pesi e due misure e della mancanza di volontà internazionale, che ha impedito di compiere passi concreti per rendere responsabile l’occupazione.

Ha inoltre chiesto l’attuazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite, compreso il parere consultivo della Corte internazionale di giustizia sull’illegalità dell’occupazione e sulla necessità di porvi fine immediatamente, nonché l’attuazione delle decisioni della Corte penale internazionale e dei mandati di arresto contro Benjamin Netanyahu e Galant.

Ha condannato i tentativi di alcuni Paesi di eludere l’esecuzione di questi mandati, ritenendo che tale comportamento mina la giustizia e ostacola il raggiungimento della sicurezza e della pace.

Traduzione per InfoPal di F.L.