Il delegato palestinese invoca l’azione delle Nazioni Unite per fermare la violenza a Gaza

Nazioni Unite-AFP. L’inviato palestinese alle Nazioni Unite ha sollevato le fotografie dei bambini uccisi a Gaza e ha letto i nomi dei morti, martedì, invocando  l’azione del Consiglio di Sicurezza.

“In nome del popolo palestinese, chiediamo: che cosa sta facendo la comunità internazionale per fermare questo bagno di sangue, per fermare le atrocità di Israele?”, ha detto Riyad Mansour durante un dibattito sulla crisi di Gaza.

Indossando un nastro nero, ha mostrato le fotografie di famiglie sopraffatte dal dolore e di cadaveridi bambini, e ha letto i nomi di giovani vittime che hanno perso la vita. “Umama Al-Hayyeh, 9 anni, Dima Isleem, 2 anni, Mohamad Ayyad, 2 anni, Rahaf Abu Jumaa, 4 anni…”

Durante una sessione di emergenza di domenica, il Consiglio di sicurezza ha chiesto un immediato cessate il fuoco e la protezione dei civili, ma non è andato oltre adottando una risoluzione formale.

“Senza azioni decisive, le risoluzioni del Consiglio e le dichiarazioni suonano vuote quando i civili inermi non trovano sollievo dall’assassina macchina da guerra israeliana”, ha dichiarato Mansour.

La Giordania ha presentato una proposta di risoluzione che impone un immediato cessate il fuoco, la protezione dei civili e il ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza.

Il testo della proposta, visto da AFP, prevede di abolire il blocco israeliano di Gaza e rinnovati sforzi per raggiungere un accordo di pace a due stati per Israele e la Palestina.

È poco chiaro quando il provvedimento sarebbe stato discusso dinanzi a un Consiglio diviso, con gli Stati Uniti che potrebbero sollevare obiezioni sul testo.

I delegati di circa 60 paesi si sono rivolti al Consiglio di Sicurezza poiché Israele ha continuato con la sua pioggia di proiettili e di attacchi aerei, mentre i militanti di Hamas proseguono nel rispondere con i razzi, portando il bilancio delle vittime palestinesi a oltre 600 – tra cui più di 150 bambini – in un conflitto ormai alla sua terza settimana.

“L’ultima spiaggia” di Israele

Il vice delegato di Israele ha affermato che il suo paese ha agito per legittima difesa contro Hamas, che ha accusato di usare le vittime palestinesi come “carburante per la macchina di propaganda”.

“Questa non è una guerra che abbiamo scelto. Era la nostra ultima risorsa”, ha detto David Roet.

I Paesi arabi, tuttavia, hanno messo in dubbio l’affermazione di Israele di agire per legittima difesa, alludendo al pesante tributo di civili palestinesi, in particolare donne e bambini.

“La Torah dice occhio per occhio. Non ha mai rivendicato 100 occhi per uno solo”, ha detto l’ambasciatore egiziano Mootaz Ahmadein Khalil.

Il Segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon ha dichiarato al Consiglio, in teleconferenza da Ramallah, che i suoi sforzi per garantire un cessate il fuoco sono arrivati in un “momento altamente sensibile” e ha espresso speranza per risultati “in un futuro molto prossimo”.

I leader mondiali hanno espresso allarme per il bilancio delle vittime in aumento, con il Segretario di Stato americano John Kerry che tiene anche colloqui al Cairo per sostenere gli sforzi dell’Egitto di mediare una tregua.

L’ambasciatore degli Stati Uniti, Samantha Power, ha avvertito che la crisi umanitaria a Gaza potrebbe peggiorare, e ha sottolineato che “l’unica soluzione è un immediato cessate il fuoco”.

Più di 100 mila Palestinesi hanno abbandonato le loro case e hanno trovato riparo nelle scuole gestite dall’UNRWA, l’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite.

Traduzione di Edy Meroli