Ramallah – WAFA. Ra’ed Rayyan, un palestinese che ha portato avanti per 113 giorni lo sciopero della fame per protestare contro la sua detenzione senza accusa né processo da parte delle autorità d’occupazione israeliane, ha rotto giovedì il suo digiuno, dopo aver raggiunto un accordo con le autorità carcerarie che ha reso non rinnovabile il suo attuale periodo di carcerazione.
La Società per i prigionieri palestinesi (PPS), un importante gruppo di difesa dei prigionieri palestinesi, ha descritto la rottura del digiuno da parte di Rayyan come una vittoria che è stata raggiunta grazie alla sua determinazione nel porre fine alla detenzione amministrativa, nonostante la tremenda pressione esercitata contro di lui dalle autorità carcerarie israeliane durante il suo sciopero.
Rayyan è uno dei quasi 680 palestinesi incarcerati senza accusa né processo in base alla politica di detenzione amministrativa di Israele, considerata illegale dal diritto internazionale. La maggior parte sono ex-detenuti che hanno trascorso anni in prigione per la loro resistenza all’occupazione israeliana.
La politica ampiamente condannata di detenzione amministrativa consente l’arresto di palestinesi senza accusa o processo per intervalli rinnovabili, di solito compresi tra tre e sei mesi, sulla base di prove non divulgate neanche all’avvocato del prigioniero.
Palestinesi e gruppi per i diritti umani affermano che la detenzione amministrativa viola il diritto ad un giusto processo, poiché le prove vengono nascoste ai prigionieri mentre sono detenuti per lunghi periodi senza essere accusati, processati o condannati.
Amnesty International ha descritto la politica di detenzione amministrativa di Israele come una “pratica crudele e ingiusta che aiuta a mantenere il sistema israeliano d’Apartheid contro i palestinesi”.