Il dossier su Gerusalemme: nel 2008, 85 edifici demoliti, 1.931 nuove unità coloniali e un progetto per costruirne altre 33.500.

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Gerusalemme – Infopal. Nella città di Gerusalemme le forze di occupazione israeliane hanno demolito 58 edifici tra abitazioni e strutture, mentre altre 219 hanno ricevuto l’avviso di demolizione o di sequestro. Sono stati censiti inoltre 36 casi di confisca di terreni.

Questi dati sono contenuti nella pubblicazione “La città di Gerusalemme e la moschea al-Aqsa 2009” , a cura dell’associazione al-Aqsa, sulle violazioni commesse contro la città di Gerusalemme e la moschea al-Aqsa durante lo scorso anno.

Nella seconda metà del 2008 sono cresciute le forme d’invasione della moschea da parte di gruppi ebraici composti da uomini, donne e bambini. Al suo interno sono state organizzate pratiche religiose, compresa la lettura di brani tratti dal Tanakh. A questi riti ebraici hanno partecipato noti personaggi, come l’estremista Yehuda Etsion, accusato del progetto di far saltare la moschea al-Aqsa. Tutto questo è avvenuto sotto la protezione rafforzata della polizia israeliana.

Nell’anno 2008 decine di religiosi hanno espresso il proprio sostegno e il proprio incoraggiamento, richiamandosi anche al Talmud, a membri della società israeliana per attaccare la moschea di al-Aqsa e praticare riti religiosi al suo interno. In precedenza erano in pochi a rilasciare queste dichiarazioni e a voler essere di esempio per gli altri. Sono inoltre aumentate le attività di gruppi religiosi ebraici per prendere il controllo, con la forza e con l’inganno, delle case palestinesi a Gerusalemme. Nonostante l’opposizione palestinese, diverse case sono state occupate.

Le autorità dell’occupazione israeliane hanno iniziato ad accatastare le proprietà occupate dai coloni nella città vecchia di Gerusalemme. Sono state scoperte 120 proprietà registrate con documenti falsificati e illegali. L’occupazione intende inoltre accatastare una vasta superficie nella zona della Porta dei Magrebini, insieme ai focolai coloniali presenti nella città vecchia, proprietà del Waqf Islami (beni pubblici isamici).

Le autorità hanno iniziato a mettere in atto un progetto di ebraicizzazione per accerchiare il quartiere di Silwan, a sud della moschea di al-Aqsa. Il progetto, denominato ‘progetto delle infrastrutture’, intende trasformare Silwan in un centro turistico e di ebraicizzazione.

I censimenti curati da centri palestinesi riportano che nell’anno 2008 sono stati demoliti 71 edifici, mentre quelli israeliani rivelano la demolizione di 85. Secondo i centri palestinesi l’occupazione avrebbe consegnato 219 notificazioni di confisca o di demolizione d’immobili nella città di Gerusalemme, che vanno ad aggiungersi ai 36 casi di confisca di terreni, per centinaia di ettari. Sono stati inoltre registrati 44 casi d’irruzione e chiusura di associazioni palestinesi.

Sempre lo scorso anno è stato testimone di un assalto coloniale sulla città di Gerusalemme, il che dimostra come il progetto di allargamento delle colonie sia ancora in cima alle priorità israeliane. Tutto indica che nei prossimi anni ci sarà una grande escalation coloniale a est della città.

Sono stati pubblicati i bandi per la costruzione di 1.931 unità abitative destinate a 6.750 coloni, mentre 5.431 sono i progetti depositati per la costruzione di nuovi immobili destinati a contenerne altri 19.000. Finora sono state confermate 2.470 unità abitative. Sono state infine progettate 33.500 unità abitative future da realizzare a est di Gerusalemme per contenere 117 mila coloni israeliani; questo significa che nei prossimi anni s’intende portare 140 mila coloni nella zona orientale della città.

L’anno scorso gruppi di ebrei estremisti, tra i quali spiccavano personalità governative, hanno aperto una sinagoga sulla proprietà islamica denominata Hammam al-Ain, a soli 50 metri dalla moschea al-Aqsa, nel cuore di un quartiere islamico. Centinaia di coloni israeliani visitano questa sinagoga. Gli scavi israeliani sotto Hammam al-Ain proseguono ancora: sono stati avvistate abbondanti quantità di tavolette in legno, che indicano come siano in corso grandi lavori accanto al Muro dei Magrebini, la porta della moschea di al-Aqsa.

Gli israeliani stanno terminando inoltre la costruzione di una sinagoga denominata ha-Hurba, edificata su un terreno di proprietà islamica e su una parte della moschea al-Umari, in un quartiere denominato ash-Sharaf, nel cuore della città vecchia. Scopo della costruzione di quest’alta sinagoga è di coprire e nascondere il simbolo islamico di Gerusalemme: la Cupola della Roccia.

Sempre nella terra sottostante la moschea al-Aqsa, zona ricca di resti islamici e arabi, l’occupazione israeliana sta proseguendo lo scavo di una nuova galleria, in corrispondenza del muro occidentale della moschea, per costruire un centro di turismo religioso. La galleria è lunga circa 200 metri e dovrebbe collegarsi con la galleria al-Buraq, sotto la sinagoga ebraica costruita nell’area di Hammam al-Ain.

All’ingresso di Silwan vanno avanti gli scavi in prossimità di Wadi Hilwah per costruire un grande centro commerciale e un parcheggio sottoterraneo. Si sta inoltre scavando una galleria per raggiungere la piazza del Buraq (il ‘Muro del pianto’), con l’obbiettivo di collegarla con i focolai coloniali costruiti a Silwan.

Gli scavi israeliani vengono giustificati con il pretesto di cercare i resti del tempio di Salomone e per trovare le tracce di una storia ebraica nella città di Gerusalemme, in particolare vicino alla moschea al-Aqsa.

 

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