Il finale di una temeraria incursione israeliana a Gaza

MEMO. Di Hossam Shaker. Deve essere stato eccitante per gli Israeliani scoprire che le loro Forze Speciali militari avevano compiuto un’operazione nel cuore della Striscia di Gaza cercando di rapire alcuni leader palestinesi, entrando ed uscendo dall’enclave praticamente senza lasciare nessuna traccia, e senza che nessun Palestinese fosse a conoscenza di quel che stava accadendo. Che emozionante deve essere stata questa operazione; operazione che soddisfa la nostalgia israeliana per quei giorni in cui i suoi successi venivano celebrati con la propaganda ed infliggevano gravi colpi ai suoi nemici in giro per il mondo. 

L’ormai ex-ministro della difesa Avigdor Lieberman – si è dimesso solo da poche ore – alla fine aveva deciso di ordinare solo questa azione, ritenendo che gli sarebbe stata sufficiente per provare le sue capacità nel dirigere un’incursione militare, e in seguito all’ondata di critiche ricevute da parte di suoi colleghi di governo e da cittadini israeliani sui social media. L’operazione attentamente pianificata è stata compiuta domenica scorsa, con la copertura del buio, anche se gli intermediari internazionali si erano accordati per una tregua tra l’esercito israeliano e le forze della resistenza palestinese, ed erano già messi in atto alcuni degli accordi per alleviare l’assedio di Israele imposto sulla Striscia di Gaza. 

Questa operazione imprevista è giunta quando le parti coinvolte erano ormai ottimistiche, mentre hanno tentato di catturare i leader palestinesi nel silenzio ed avrebbero negato allo stesso tempo di averli come detenuti. Ogni traccia dell’operazione sarebbe poi stata cancellata con accuratezza. Le Forze Speciali hanno utilizzato un autobus civile per nascondersi nella zona orientale di Khan Younis. Alcuni membri della squadra di élite si erano camuffati con abiti femminili, al di sotto dei quali avevano nascosto armi letali. 

Cosa potevano quindi fare dopo che la trama della loro breve incursione si era inaspettatamente distaccata dal sentiero tracciato dal comando militare? Questo è soltanto uno dei miserabili fallimenti da aggiungere alla lista del registro del temerario governo israeliano. Israele ha fatto ricorso ad un’operazione troppo insidiosa e nonostante gli accordi di tregua già messi in piedi dagli intermediari internazionali. Quando i Palestinesi hanno scoperto questo maldestro tentativo di rapimento, le Forze di Difesa Israeliane sono state costrette ad agire velocemente per non farsi sfuggire di mano la situazione utilizzando l’enorme potenza aerea a loro disposizione per salvare la squadra, ormai non più d’élite, dalla trappola nella quale si era venuta a trovare. 

Il conseguente bilancio delle vittime palestinesi – oltre ad un alto ufficiale israeliano – causato dagli attacchi aerei israeliani ha aggravato inevitabilmente la situazione che è sfuggita dal controllo, soprattutto negli ultimi due giorni. Se continuasse ad essere una situazione incontrollabile, potrebbe minacciare i tentativi del governo Netanyahu di rinsaldare le relazioni con i paesi arabi che agiscono su delega del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per normalizzare le relazioni con Israele. 

Durante i due giorni di questa escalation, i Palestinesi hanno dimostrato una perseveranza ed una disciplina strabilianti nella gestione degli eventi, organizzando una sala operativa congiunta che inviava avvertimenti alla leadership israeliana che il continuo bombardamento di obiettivi civili della Striscia di Gaza avrebbe provocato una reazione palestinese più grave. La resistenza ha emesso degli avvertimenti indirizzati ai cittadini israeliani perché restassero nei loro rifugi o di allontanarsi da alcune aree ben definite. Gli avvertimenti sono arrivati dopo che un bus israeliano che trasportava militari era stato colpito da un missile anti-tank, lunedì. Questo tempismo è stato del tutto intenzionale; è avvenuto dopo che i militari erano scesi dal convoglio, evitando così un pesante bilancio di morti, che avrebbe portato ad una intensificazione del confronto. Alla fine di tutto ciò, le Forze di Difesa Israeliane sono state lasciate con un tale fallimento che li ha spinti a distruggere la più importante stazione televisiva palestinese di Gaza, in quello che sembrava un gesto di ripicca. 

Con il cessate il fuoco è ritornata la calma e, nonostante le perdite, le ferite e le macerie, i Palestinesi hanno ripreso le proteste della Grande Marcia del Ritorno con una sensazione di trionfo. Intanto, i cittadini israeliani hanno imparato ancora una volta cosa significhi vivere sotto una leadership spericolata che non esita ad uccidere civili palestinesi e a distruggere le loro infrastrutture, ma che è incapace di mettere fine alla loro volontà indomabile.

Traduzione per InfoPal di Aisha Tiziana Bravi