Il fondamento immorale dellentità statale israeliana
http://comment.independent.co.uk/commentators/article1197235.ece
Tradotto dall’inglese da Manno Mauro, membro di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguistica (tlaxcala@tlaxcala.es). Questa traduzione è in Copyleft.
Lentità statale di Israele è fondata su unideologia ingiusta che è causa di umiliazione e sofferenza inflitta a coloro che sono classificati come non-ebrei, secondo parametri religiosi o etnici. Per nascondere questa immoralità primordiale, Israele incrementa per sé unimmagine di vittima. Provocare la violenza, consapevolmente o inconsapevolmente, contro la quale si deve poi difendere è un aspetto determinante della mentalità vittimistica. Dal momento che ha bisogno di perpetuare un simile tragico ciclo, Israele è uno Stato terrorista come nessun altro.
Molti tra coloro che vogliono nascondere limmoralità di fondo dello Stato israeliano, lo fanno evitando di volgere e attirare lo sguardo sugli orrori delloccupazione successiva al 1967 e proponendo una soluzione di due Stati, dal momento che sostenere uno Stato palestinese, implicitamente avalla lideologia che è dietro a quello ebraico.
La stessa creazione di Israele richiese un atto di terrore. Nel 1948, la maggior parte degli abitanti indigeni non-ebrei subirono la pulizia etnica e furono espulsi da quella parte della Palestina che divenne Israele. Questa operazione era stata attentamente pianificata. Senza la pulizia etnica, non sarebbe stato possibile fondare uno Stato con una maggioranza e un carattere ebraico.[1] Dal 1948, gli arabi israeliani, quei palestinesi che riuscirono ad evitare di essere espulsi, hanno subito una continua discriminazione. Nei fatti, molti sono stati dislocati nello stesso Israele, ufficialmente per ragioni di sicurezza, ma in realtà allo scopo di prendere le loro terre e darle agli ebrei.
Non è forse sicuro che la memoria dellOlocausto e il desiderio di Eretz Israel (il Grande Israele, dal Nilo allEufrate, ndt) non sarebbero mai stati sufficienti per convincere il mondo della necessità della pulizia etnica e di uno Stato etnocratico? Allora per evitare la destabilizzazione che verrebbe da una indagine sulleticità di Israele, lo Stato israeliano ricorre anche ad altri mezzi per nascondere il problema centrale, e lo fa alimentando una mentalità vittimistica tra gli ebrei israeliani.
Per tenere in piedi quella mentalità e per mantenere limpressione davanti al mondo che gli ebrei sono le vittime, Israele deve alimentare le condizioni della violenza. Tutte le volte che le prospettive di violenza contro di esso diminuiscono, Israele deve fare il massimo per ricrearle: il mito che Israele è una povera vittima che cerca la pace e che però non trova nessun partner per la pace è un elemento fondamentale nel quadro che Israele ha elaborato per nascondere la sua immoralità primordiale e continua.
Il successo ottenuto da Israele nella campagna condotta per mettere a tacere le critiche della sua iniziale e successiva spoliazione dei palestinesi non lascia a questultimi nessuna altra scelta se non quella di ricorrere alla resistenza violenta. Dopo lelezione di Hamas lunico partito che, agli occhi dei palestinesi, non ha rinunciato alla loro causa la popolazione palestinese di Gaza e di Cisgiordania è stata schiacciata da una campagna di affamamento , di umiliazioni e violenza.
Linsincero ritiro da Gaza, e il successivo assedio, hanno provocato una sequela di violenze che, fino ad ora, ha comportato il lancio di razzi Kassam, la cattura di un soldato israeliano e la quasi rioccupazione di Gaza. Ciò che oggi vediamo è la crescita dellodio, la crescita della violenza da parte dei palestinesi, laumento delle umiliazioni e delle punizioni collettive da parte degli israeliani tutte cose utili a rafforzare e la mentalità vittimistica israeliana e lo status di mucca sacra dellentità statale di Israele.
La verità è che non era possibile spartire la Palestina con misure etiche accettabili. Israele è nato per mezzo del terrore e ha bisogno del terrore per nascondere la sua immoralità di fondo. Ogni qualvolta cè un barlume di stabilità, lo Stato ordina un assassinio mirato come quello effettuato a Sidone prima dellattuale crisi in Libano, ben sapendo che un simile atto non porta sicurezza ma più violenza. Lunilateralismo di Israele e il ciclo di violenza si nutrono a vicenda.
Tra le violenze e malgrado il discorso convenzionale fatto per nascondere le radici della violenza, lattualità ci invita a riflettere. Più rifiutiamo di rispondere allimpellenza di questa riflessione, e più lattualità parlerà con le sue parole di violenza.
In ebraico, la parola elem (un silenzio stordito dalloppressione e dallo sbigottimento) è etimologicamente legata alla parola almut (violenza). Il silenzio riguardo al fondamento immorale dellentità statale israeliana ci rende tutti complici della crescita del terrorismo che minaccia una catastrofe di tali dimensioni da lacerare il mondo intero.
Oren Ben-Dor è israeliano, insegna Filosofia della Legge e Filosofia Politica allUniversità di Southampton, Inghilterra. Potete scrivergli a: okbendor@yahoo.com .
[1] Sarebbe nato solo uno stato multi-etnico, non razzista, di ebrei e palestinesi, che gli ebrei però non volevano. Invece, una proposta di minoranza della Commissione per la Sparizione del 1947 suggeriva espressamente questa ragionevole soluzione che ogni democratico oggi ha il dovere di riproporre. Ma, su pressione dei sionisti, vinse la proposta sostenuta da USA e Gran Bretagna di due stati etnici. Fu questa proposta voluta dai sionisti che fu approvata dallONU, allora costituito da soli 56 Stati dato che mancavano quasi tutti gli Stati che nasceranno dalla dissoluzione degli ex imperi coloniali di Francia, Gran Bretagna, Spagna, Portogallo, ecc. (oggi lONU è costituito da 194 paesi e dallOnu attuale non sarebbe mai stata approvata la Risoluzione 181 sulla Spartizione della Palestina, questo è sicuro!). In quasi 60 anni di storia di Israele si è potuto vedere quali sono stati i risultati di quella sciagurata decisione, sarebbe tempo di finirla. Ndt.
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