Il FPLP lancia l’allarme sulle condizioni di Ahmad Sa’adat

Tel Aviv – Al-Mayadeen. Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) ha lanciato un duro allarme in merito al peggioramento delle condizioni di salute del suo Segretario Generale, Ahmad Sa’adat, che rimane in isolamento nel carcere di Megiddo.

Il gruppo ritiene l’occupazione israeliana pienamente responsabile del benessere di Sa’adat, citando recenti segnalazioni di brutali aggressioni e maltrattamenti durante il suo ultimo trasferimento. Il FPLP descrive queste azioni come parte di una campagna sistematica volta alla lenta liquidazione fisica e psicologica dei prigionieri palestinesi attraverso negligenza medica, torture, abusi, isolamento e fame.

Crescenti preoccupazioni sul trattamento dei prigionieri.

Il FPLP ha anche evidenziato i continui attacchi ai suoi leader, tra cui Ahed Abu Ghoulmeh, membro dell’Ufficio Politico e responsabile del settore carcerario, recentemente trasferito al carcere di Gilboa in condizioni difficili. Anche altri prigionieri di spicco di Hamas, del Jihad Islamico Palestinese (PIJ) e del FPLP, come Hassan Salameh, Abdullah Barghouthi e Ibrahim Hamed, sono sottoposti a campagne di abusi e torture senza precedenti.

Questi sviluppi si inseriscono in un contesto più ampio di crescenti tensioni e aggressioni militari contro Gaza.

Il 5 maggio 2025, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato una nuova e intensificata offensiva militare a Gaza, soprannominata “Operazione Carri di Gedeone“, con gli stessi obiettivi ricorrenti della guerra in corso contro i palestinesi.

Richiesta di intervento internazionale.

Il FPLP ha ribadito il suo impegno, insieme ad altre forze della Resistenza, a compiere ogni sacrificio necessario per la liberazione di tutti i prigionieri, inclusi Sa’adat e i suoi colleghi leader, e a porre fine alle loro continue sofferenze nelle carceri dell’occupazione.

Il gruppo ha inoltre invitato i palestinesi, le forze attive in patria e nella diaspora, tutte le persone libere in tutto il mondo e le organizzazioni internazionali per i diritti umani e umanitarie ad agire con urgenza ed efficacia. Ha sollecitato la partecipazione alla più ampia campagna di solidarietà possibile verso i prigionieri, al fine di esercitare pressione sull’occupazione affinché ponga fine a questi gravi crimini, salvi la vita dei detenuti e denunci queste pratiche all’opinione pubblica globale.