Il giornalista iracheno che tirò la scarpa a Bush condannato a tre anni. La protesta della Lega dei Giornalisti.

Gaza – Infopal. La Lega dei Giornalisti palestinese ha protestato contro la condanna emessa dal tribunale iracheno contro Muntadhar al-Zaidi, il giornalista che il 14 dicembre scorso lanciò una scarpa contro l’ex presidente americano George W. Bush.

In un comunicato stampa di cui il corrispondente di Infopal.it ha ricevuto una copia, la Lega ha dichiarato che “il tribunale iracheno avrebbe dovuto processare il criminale di guerra e assassino dei bambini, anziani e donne in Iraq e Afghanistan George Bush, invece del giornalista al-Zaidi”.

La Lega ha espresso totale solidarietà con al-Zaidi, invitando le organizzazioni per i diritti dell’uomo e per la libertà d’informazione a intervenire in favore del collega iracheno, poiché “quanto da lui compiuto rappresenta la risposta minima dei popoli oppressi contro l’arrogante tiranno internazionale”.

Ieri, il tribunale iracheno ha condannato il giornalista Muntadhar al-Zaidi a tre anni di detenzione.

La notizia della condanna:

 

http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/esteri/iraq-128/zaidi-scarpe/zaidi-scarpe.html?ref=search
BAGDAD – E' stato condannato a tre anni di carcere Muntazar al Zaidi, il giornalista iracheno che il 14 dicembre lancio' le sue scarpe contro George W. Bush, nel corso della sua ultima conferenza stampa in Iraq da presidente degli Stati Uniti. Il trentenne, che rischiava fino a 15 anni, si era dichiarato innocente. “Questa sentenza non è in armonia con la legge, faremo ricorso” dice Dhiaa al-Saadi, a capo del gruppo di avvocati che difende il giornalista.

Nel corso dell'udienza preliminare, al Zaidi, aveva contestato il capo di imputazione, ovvero “aggressione ad un capo di Stato straniero”. Bush, era la tesi del giornalista, “non era in visita ufficiale e non poteva essere ospite in un Paese che occupa” con le sue truppe”. E oggi, ha ribadito il concetto, affermando che la sua reazione è stata “naturale”, come quella di “qualsiasi iracheno”.

Il gesto, che venne ripreso dalle telecamere e fece il giro del mondo, scatenò, in Iraq e fuori dal Paese, un'ondata di solidarietà nei confronti del giornalista arrestato. “Un momento storico – lo definì il consiglio degli Ulema – che ha mostrato agli Stati Uniti ed a tutto il mondo quello che gli iracheni pensano dell'occupazione”.


Il lancio delle scarpe è un'ingiuria particolarmente grave per la cultura araba e islamica, tanto più che il cronista tacciò il presidente Usa di “cane”, offesa pesantissima poichè si tratta di un animale considerato impuro dai musulmani.

(12 marzo 2009)

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