Il golpe in Egitto, l’informazione narcotica e la doppia morale della sinistra

La situazione in Egitto continua ad essere drammatica, dopo il golpe militare che ha rovesciato il governo del presidente Mohammed Mursi. Per capire come stanno le cose dal punto di vista del diritto, abbiamo rivolto alcune domande all’avvocato Luca Bauccio, del Foro di Milano, scrittore, autore del docu-film “Al-Qaida! Al-Qaida!”, nonché ideatore della Radio “DirittoZero”.

InfoPal. Avvocato Bauccio, dalla sua Radio DirittoZero dà spesso voce a ciò che è scomodo sentire. Ci può spiegare, dal punto di vista del Diritto, ciò che sta accadendo in Egitto?
Luca Bauccio. Radio DIRITTOZERO è nata con questa missione: guardare le cose dal punto di vista delle vittime, di chi reclama un diritto, di chi non ha diritti. E’ un punto di vista scomodo, ce ne rendiamo conto. Ma la radio, espressione di uno studio legale, la prima in Italia e credo in Europa, o faceva questa scelta o non poteva nascere. In Egitto accade ciò che in tanti, troppi, fanno finta di non vedere: la violazione della costituzione, la disintegrazione dello stato di diritto, la sconfitta del principio della supremazia della legge sugli uomini e sulla lotta politica. Senza sovranità della legge non c’è legalità e non c’è giustizia.

I. Che tipo di informazione ci stanno veicolando i media?
L.B. E’ una informazione narcotica. C’è un colpo di stato in atto e sembra una rivoluzione democratica. Il colpo di stato è in atto da parte dei militari e sembrano dei rivoluzionari. La costituzione è stata calpestata e sembra che l’abbiano salvata. Manifestano due milioni di persone e dicono che è il popolo egiziano. In queste ore stanno manifestando milioni di persone e non dicono nulla oppure dicono che sono gli islamici. Questa non è informazione questo è spaccio di notizie stupefacenti.

I. Molti, soprattutto a sinistra, sostengono la liceità del golpe militare in Egitto. Oltre alle critiche, legittime, verso un governo, ci possiamo vedere un po’ di…. islamofobia?
L.B. A sinistra credo abbiano perso il contatto con ogni radice, cultura, visione e speranza che possa dirsi di sinistra. A sinistra sono rimasti solo i sinistri. Con qualche eccezione. E’ un dolore vedere l’intellighenzia di sinistra tacere. Hanno affidato i loro miti post adolescenziali a quattro generali che agiscono come fascisti in piena regola. Pensano di utilizzare gli altri per far fuori i loro avversari ideologici confessionali e islamici: e come sempre faranno la fine che meritano, rimarranno fregati. Tutto ciò si chiama islamofobia? Sì, questa è islamofobia. Chiamiamo le cose con il loro nome.

I. Avvocato, questa domanda è una provocazione (verso i democratici in casa d’altri)… Al ballottaggio, l’anno scorso, Mursi ottenne una maggioranza relativa ma che gli permise di diventare Presidente. I suoi detrattori ritengono che non avesse il diritto di governare. Anche in Italia Berlusconi fu eletto con una maggioranza molto relativa…Avremo dovuto anche noi scendere in strada con l’Esercito?

L.B. A seguire il modo di ragionare dei democratici italiani ed europei dovremmo concludere che le cose stanno proprio così. Se un milione di persone sono “il popolo al quale si deve dare voce” allora in qualunque altra situazione si dovrebbe giustificare un intervento militare. Costoro sanno benissimo che un ragionamento siffatto non potrebbe applicarsi.
Allora cosa li porta a contraddirsi così? Ecco secondo me è il loro punto di vista coloniale e paternalistico: un popolo minore ha bisogno di padroni non di rappresentanti, ha bisogno della forza non del rischio del democrazia. Tutto qui. Pronti a scendere in piazza se sfiori Amina con un “avviso di garanzia” per un fatto che sarebbe reato anche in Italia (atti osceni 527, 528 e 529 c.p. e vilipendio delle tombe art. 408 c.p.) e a girarci dall’altra parte se qualcuno con un carro armato occupa il palazzo presidenziale, arresta il presidente, spara ai manifestanti e impone la propria legge.
La cultura dei diritti fondamentali e della democrazia non si impara una volta per sempre, e l’aver manifestato contro Pinochet o contro i carri armati a Praga non ci ha reso immuni dalle nostre fobie e dai nostri tragici tradimenti.