Il governo di Gaza: la nuova zona doganale della Cisgiordania rappresenta un nuovo assedio alla Striscia di Gaza

Gaza – InfoPal. Il governo palestinese della Striscia di Gaza ha affermato che la nuova zona doganale, in fase di pianificazione in Cisgiordania, rappresenterà un nuovo assedio su Gaza. Molte delle merci con destinazione Gaza rischierebbero di deteriorarsi nei depositi doganali a causa dei lunghi tempi d’attesa.

Tali affermazioni arrivano a margine di un seminario, organizzato lunedì 10 settembre dal ministero dell’Economia, cui hanno partecipato il titolare del ministero, Ala ad-Din ar-Rafati, il sottosegretario, Ibrahim Jaber, il sottosegretario agli Esteri, Ghazi Hamad, e il presidente dell’Unione generale dell’Industria nazionale, Ali al-Hayek, oltre a uomini d’affari provenienti da molti settori industriali.

Ar-Rafati ha dichiarato: “La nuova area doganale complicherà le operazioni d’ingresso delle merci nei porti, vista la necessità di trasportarle per effettuare dei rilievi tecnici, che vanno ad aggiungersi alle complesse procedure burocratiche. La qualità dei prodotti ne risentirà a causa del continuo carico e scarico”. E ha  aggiunto: “Le informazioni sulla nuova area doganale non sono ancora chiare. Nel prossimo periodo terremo delle riunioni per discutere la questione e cercheremo di tutelare gli interessi del settore privato”.

Il sottosegretario Hamad ha detto di comprendere le preoccupazioni dei commercianti di Gaza, e ha spiegato che mancano delle informazioni precise riguardo la nuova area: si teme che essa vada a vantaggio esclusivo della Cisgiordania escludendo la Striscia di Gaza. Hamad ha  invitato gli uomini d’affari di Gaza a discutere del progetto con i funzionari della Cisgiordania.

Da parte loro, i commercianti di Gaza hanno chiesto agli enti preposti di rifiutare il progetto, in quanto esso danneggerà il settore industriale. Hanno assicurato che l’obiettivo è quello di raccogliere più tasse e fare pressioni sull’economia della Striscia di Gaza.

I partecipanti al seminario hanno ribadito che i commercianti e gli importatori hanno respinto il progetto in quanto permetterà all’occupante israeliano di esercitare dei ricatti nei loro confronti. Essi hanno sottolineato la necessità di tenere delle riunioni di discussione per raggiungere una posizione comune sulla zona doganale e per affermare l’interesse nazionale palestinese.