Il governo israeliano sfida la legge internazionale approvando nuovi progetti di insediamento urbano a Gerusalemme Est

Pchr. Israele, in contrasto con la legge internazionale, continua la sua politica di espansione degli insediamenti della Cisgiordania  e in particolare, occupando Gerusalemme Est. L’Ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha approvato la costruzione di altre 3.600 unità di insediamento a Gerusalemme Est. Il Centro palestinese per i diritti umani (Pchr) condanna con la massima fermezza questa decisione israeliana e sottolinea che, secondo la Quarta Convenzione di Ginevra, in Israele è vietato deportare o trasferire la popolazione civile nei territori palestinesi occupati (oPt). Inoltre, ai sensi dell’articolo 8 (2) (b), (viii) dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale, “il trasferimento, diretto o indiretto di parte della propria popolazione civile da parte della Potenza occupante nei territori che occupa” costituisce un crimine di guerra.

Il Pchr ha apprezzato le azioni intraprese da diversi paesi europei che hanno convocato gli ambasciatori di Israele per protestare contro i nuovi progetti sugli insediamenti, e ribadisce la sua richiesta all’Unione Europea e ai suoi Stati membri di esigere il rispetto dell’articolo 2 dell’ Accordo di associazione euro-israeliana in cui si stabilisce il rispetto di Israele dei diritti umani come condizione preliminare per una continua cooperazione economica. Il Pchr invita gli Stati membri a rafforzare la loro posizione contro le espansioni di insediamento e a sospendere la commercializzazione di prodotti e materie prime israeliane, in particolare quelle prodotte nei territori occupati dagli israeliani.

Il Pchr chiede inoltre alle Alte Parti Contraenti di Ginevra del 1949 (IV) relativa alla protezione delle persone civili in tempo di guerra, di prendere provvedimenti, al fine di adottare misure concrete per garantire il rispetto di Israele della Convenzione nei Territori Occupati e di fornire urgentemente protezione ai civili palestinesi e le loro proprietà.

Lunedì sera 3 dicembre 2012, è stato segnalato che un nuovo piano di costruzione sarebbe stata attuato nei quartieri di “Ramat Shalom” e “Givat Hamatos”. Moshe Gabai, un funzionario del comune israeliano di Gerusalemme, de, partito Likud, ha dichiarato che “la decisione presa dal governo israeliano di costruire le unità di insediamento conferma che Gerusalemme Est è ebrea” Anche nella serata di lunedì, il quotidiano israeliano Yediot Aharanot ha riferito sul suo sito web della costruzione nella Gerusalemme occupata, e la prossima settimana comitati di pianificazione discuteranno un piano per la costruzione di 1.600 unità di insediamento nella zona di “Ramat Shlomo”, a Gerusalemme est.

Venerdì 30 novembre 2011, nelle ore successive dell’adozione di una risoluzione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite in cui si è accolta la Palestina come Stato osservatore non membro presso le Nazioni Unite, il governo israeliano ha emesso un piano per la costruzione di 3.000 unità di insediamenti urbani a Gerusalemme Est, gli insediamenti di “Ma’ale Adumim,” a est di Gerusalemme, “Ariel”, nel nord della Cisgiordania, e “Efrat,” a sud di Betlemme. Il governo israeliano ha deciso di accelerare i piani strutturali per iniziare la costruzione nella zona “E1”, che ha lo scopo di collegare il quartiere di “Ma’ale Adumim” con Gerusalemme.

Il progetto di costruzione di circa 3.600 unità di insediamento urbano in questa zona renderebbe impossibile la vicinanza geografica tra il nord e il sud della Cisgiordania, e ridurrebbe ogni possibilità di realizzare uno stato palestinese.

Il Pchr condanna duramente questi provvedimenti e tutte le attività di insediamento nei territori occupati, in particolare a Gerusalemme Est, e:

1. invita la comunità internazionale ad intervenire per costringere Israele a cessare tutte le attività di insediamento nei territori occupati, in particolare a Gerusalemme Est;

2. conferma che Gerusalemme Est, occupata dal 5 giugno 1967, è parte integrante dei territori palestinesi, e che le azioni intraprese da Israele dopo l’occupazione della città non cambiano il suo status giuridico;

3. ricorda che, ai sensi dell’articolo 49 della Convenzione di Ginevra del 1949 (IV) relativa alla protezione delle persone civili in tempo di guerra, tutte le attività di colonizzazione israeliana a Gerusalemme Est costituiscono una violazione del diritto internazionale umanitario;

4. ricorda inoltre che, ai sensi dell’articolo 8 (2) (b), (viii) dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale, tutte le attività di colonizzazione israeliana a Gerusalemme Est costituiscono crimini di guerra;

5. chiede l’applicazione del parere consultivo rilasciato dalla Corte Internazionale di Giustizia dell’8 luglio 2004, che considera il Muro di annessione che Israele sta costruendo in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, illegale e chiede lo smantellamento delle parti che sono state costruite;

6. invita le Alte Parti contraenti della Convenzione di Ginevra (IV) all’adempimento degli obblighi di legge e a garantire il rispetto di Israele per la Quarta Convenzione di Ginevra nei territori occupati, ai sensi dell’articolo 1 della Convenzione. Il Pchr ritiene che il silenzio della comunità internazionale incoraggi Israele ad agire come uno stato al di sopra della legge, e di commettere più violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale, compresi gli sforzi di creare una maggioranza ebraica nella Gerusalemme Est occupata.

Traduzione per InfoPal a cura di Miranda Follador