Il Jihad islamico celebra il 31° anniversario. Shallah: le rivoluzioni arabe sono un’arma a doppio taglio

Gaza – InfoPal. Il Jihad islamico sta riempiendo il vuoto lasciato da Hamas nella linea intransigente verso Israele e nel realismo delle analisi sulla situazione regionale?

“Le rivoluzioni regionali sono una spada a doppio taglio: hanno dato la speranza ai palestinesi, ma i paesi arabi sono troppo coinvolti in problemi interni per aiutare la causa palestinese”, ha affermato da Damasco, dove risiede, Ramadan Shallah, Segretario regionale del Jihad islamico in un discorso registrato e trasmesso durante le celebrazioni per il 31° anniversario del movimento svoltesi giovedì 4 ottobre nella città di Gaza.

“Non chiediamo a nessuno di entrare in una guerra con Israele, ma almeno possiamo portare avanti una guerra politica per proteggere Gerusalemme e la moschea al-Aqsa”, ha aggiunto.

Lasciando da parte le partigianerie, Shallah ha dichiarato che la Striscia di Gaza non sta meglio sotto il governo dell’Egitto post-rivoluzionario dei Fratelli Musulmani di quanto stesse durante il regime di Hosni Mubarak, e che le primavere arabe non hanno tolto l’assedio a Gaza.

A decine di migliaia i sostenitori del Jihad islamico si sono riuniti ieri in piazza al-Katiba, nella città di Gaza, per celebrare l’anniversario della fondazione del movimento. L’evento ha segnato anche il 17° anniversario dell’assassinio del suo fondatore, Fathi al-Shiqaqi.

Shallah, si è rivolto alla folla e ha chiesto una nuova strategia nazionale. 

“Il progetto palestinese di creare uno stato ai confini del 1967 attraverso i negoziati è evidentemente fallito – ha detto -. Diciannove anni di negoziati hanno creato una crisi che non può essere risolta insistendo ancora su negoziati, o attraverso la resistenza non-violenta.

Per quanto riguarda la Siria, ha parlato di “ferita aperta” e ha sollecitato una soluzione politica piuttosto che militare, per preservare “il sangue dei siriani e soddisfare le loro aspirazioni alla libertà e alla dignità, e garantire l’unità del paese”.