Dalla Libia, e pure dall’Egitto, partono barconi sgangherati pieni di esseri umani.
Dai racconti che ho raccolto finora nelle interviste a questi migranti sono emerse due linee principali:
1) immigrati in Libia usati per lavoro schiavo e poi imbarcati a forza (passaggi pagati da “datori di lavoro” che si sbarazzano della manodopera dopo averla sfruttata) o liberati dalle carceri e mandati a “morire in mare”;
2) immigrati che attraversano la Libia per tentare di arrivare in Europa e che pagano migliaia di dollari alle bande degli scafisti.
In entrambi i casi, vengono usati pescherecci o barconi inadatti al trasporto di persone. Per ogni viaggio, le bande criminali guadagnano centinaia di migliaia di dollari.
Fate il conto: se su ogni barcone ci sono 400 persone paganti 2000 dollari sono 800 mila dollari a viaggio della morte.
Guardate i dati: secondo l’Onu, dall’inizio dell’anno sono morti in mare circa 2.400 migranti. Oltre 100 mila sono arrivati in Italia (sono tantissimi per un solo Paese, in pochi mesi), e altri 160 mila hanno attraversato il Mediterraneo per raggiungere la Grecia (altra cifra enorme per uno stato economicamente fallito). Di questi, oltre 100 mila provengono dalla Siria in guerra. 23 mila sono Eritrei, 10 mila Nigeriani e 10 mila da Paesi subsahariani.
A livello politico ed economico, chi controlla e gestisce il traffico umano dall’Africa all’Europa?
Chi vuole la destabilizzazione di Paesi in crisi come Italia e Grecia?
E’ evidente che senza la stabilizzazione della Libia l’emergenza migranti continuerà.