Il ministero degli Esteri ha condannato l’attacco israeliano contro una cappella greco-ortodossa a Gerusalemme

Gerusalemme/al-Quds-Wafa. Il 7 giugno scorso, il ministero degli Affari Esteri e degli espatriati ha condannato quello che ha definito un “barbaro attacco”, perpetrato da coloni estremisti a danno di una cappella greco-ortodossa e di un giardino sul Monte Sion, nella città occupata di Gerusalemme, e dei loro atti vandalici contro le proprietà e i cimiteri.

Il ministero ha rilasciato una dichiarazione nella quale ha affermato che tali continui attacchi provocatori, miranti alla distruzione di chiese e proprietà palestinesi, hanno come scopo l’imposizione del dominio su quei territori e fanno parte integrale dei piani di occupazione atti a rafforzare l’annessione e l’ebraicizzazione di Gerusalemme e dei suoi siti santi, cristiani e islamici.

I funzionari ritengono che il governo israeliano, guidato dal primo ministro estremista Naftali Bennet, sia pienamente e direttamente responsabile dell’attacco e di altre plateali violazioni della legge internazionale, nel tentativo di modificare l’attuale status quo storico e legale di Gerusalemme e dei suoi luoghi sacri.

Il governo palestinese ha fatto appello al segretariato generale delle Nazioni Unite, al fine di attivare, nel più breve tempo possibile, un sistema di protezione a difesa dei Palestinesi, in generale, e, in particolare, di Gerusalemme e dei suoi luoghi santi. Ha poi esortato la comunità internazionale, il Vaticano, l’amministrazione statunitense e il mondo arabo-islamico a muoversi prontamente e a fare pressioni su Israele perché vengano sciolte le organizzazioni terroristiche ebraiche, si impongano pesanti sanzioni a queste e siano integrate nella lista delle associazioni terroristiche.

In un comunicato, il patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme ha denunciato le trasgressioni compiute dagli estremisti israeliani a discapito dei suoi possedimenti ecclesiastici a Gerusalemme e ha invitato la polizia israeliana a tutelare le chiese ortodosse.

Traduzione per InfoPal di Teresa Giordano

(Foto di Terrasanta.net).