Il Ministro palestinese per gli Affari dei Detenuti: ‘La nuova legge israeliana indebolisce le possibilità di negoziare’

Ramallah – Wafa.ps. Eisa Qiraa', Ministro palestinese per gli Affari dei Detenuti, ha parlato in nome dei detenuti e prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane.

I prigionieri palestinesi hanno denunciato l'inasprimento delle misure di detenzione attuate da Israele ed enunciate in una nuova legge ratificata ieri dal Parlamento israeliano.

La 'Legge Shalit' impone metodi di detenzione particolarmente severi contro i prigionieri palestinesi: nega le visite e il diritto all'istruzione, dispone isolamenti e rende lecite le minacce di trasferimenti.

Tutte violazioni ai diritti umani fondamentali.

“Attraverso simili leggi, Israele esercita un ricatto politico e si accanisce sui prigionieri perché rappresentano il nucleo della questione”.

Qiraa' afferma che queste leggi abbattono ulteriormente la credibilità di Israele nell'ambito delle possibilità di avviare dei colloqui ed ha ricordato che Israele resta l'unico Paese al mondo ad agire impunito in violazione della legislazione sui diritti umani, menzionando, tra le altre, la IV Convenzione di Ginevra.

“All'ironia che questa legge porta con sé”, afferma Qiraa', “noi aggiungiamo che l'affare Shalit non potrà trovare una soluzione fine a se stessa, ma dovrà invece rientrare in un quadro generale di accordi per la liberazione dei prigionieri palestinesi.

Con il suo atteggiamento, Israele peggiora la situazione del caso Shalit e pertanto, ne è il diretto responsabile”.

La ratifica di questa legge coincide con l'approvazione di una risoluzione da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità in cui si condanna la noncuranza di medici e personale sanitario nelle prigioni e richiede l'istituzione di una Commissione d'inchiesta rappresentata dalla Croce Rossa Internazionale per monitorare lo stato dei detenuti e prigionieri palestinesi e per verificare il comportamento del personale carcerario israeliano.

Tuttavia, la nuova legge israeliana dimostra, ancora una volta, come Israele agisca unilateralmente ignorando le disposizioni internazionali.

La risoluzione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità:

–       dispone l'istituzione di una Commissione per il monitoraggio sullo stato di salute di detenuti e prigionieri all'interno del circuito detentivo di Israele. Si fanno chiari riferimenti a chi è gravemente malato e/o sofferente;

–       esorta le organizzazioni della società civile a fare pressioni sulla potenza occupante a rispettare i principi base sui diritti dei prigionieri;

Ad Israele:

–       si chiede di garantire e salvaguardare la salute dei detenuti;

–       di rilasciare immediatamente i casi critici;

–       di fornire, quando necessario, una cura all'esterno delle prigioni;

–       di permettere alle detenute di partorire in condizioni di salute ed adeguate, alla presenza dei propri familiari;

–       il rilascio immediato di tutti i bambini palestinesi detenuti nelle prigioni israeliane.

Come dispongono convenzioni ed accordi internazionali in materia, la risoluzione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità offre inoltre a Israele la cooperazione del Comitato Internazionale della Croce Rossa per fornire le cure necessarie a prigionieri e detenuti palestinesi, in particolare ai casi gravi.  

Per i contenuto della Risoluzione del WHO, vedi:

http://apps.who.int/gb/ebwha/pdf_files/WHA63/A63_59Draft-en.pdf

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