Il muro di al Adhamiya (Baghdad) e la morte di Fatah.

I muri di Baghdad – la morte di Fatah, soffocati dai milioni di dollari della collaborazione. 

Incuranti delle manifestazioni di protesta a Baghdad, ai quali hanno partecipato sunniti e sciiti ugualmente, le forze d’occupazione USA hanno dichiarato che la costruzione del muro attorno al quartiere Adhamiya andrà avanti. Anzì, i portavoce militari USA dicono che ci sarebbero ulteriori progetti per la costruzione di muri di separazione anche in altri quartieri della città. Questo non per la sicurezza degli iracheni, come diconon, ma perché il bancarottiere e truffatore Ahmed Chalabi – rientrato in Iraq in marzo 2003 sui carri armati dell’invasore – deve tornare a fare affari.
 
Infatti, il progetto di messa a punto dei muri di separazione iracheni è affidato ad Ahmed Chalabi  e la sua realizzazione è appaltata a Zeef Belinski. Chi è Zeef Belinski ? Belinski è un uomo d’affari tedesco-israeliano che ha acquisito una lunga esperienza nella costruzione di muri di separazione in Palestina. Belinski ha costruito la sua fortuna sull’intesa con i collaborazionist dell’occupazone militare.
 
Così come oggi si serve di Ahmed Chalabi, ieri Zeef Belinski si era servito di due collaborazionist d’alto bordo palestinesi, i proprietari delle ditte Tarifi Cement Companies e Barakeh General Trade. Tramite queste due ditte palestinesi, Zeef Belinski negli anni 2003 e 2004 aveva importato 390 mila tonnellate di cemento egiziano, sussidiato dal governo egiziano per portare il prezzo da una media di 90 dollari (prezzo di mercato) ad una media 13,5 dollari.
 
Il problema era che il cemento veniva sussidiato dal governo egiziano esclusivamente per la ricostruzione di case ed infrastrutture palestinesi, distrutte dalle forze d’occupazione israeliane. Questa circostanza, cioè l’uso per la ricostruzione nei Territori Occupati, doveva essere certificata dall’Autorità Palestinese. E Tarifi e Barakeh procuravano dall’allora Autorità Palestinese i certificati necessari per ottenere il cemento sussidiato dall’Egitto, che non era difficile, visto che il fratello di Giamal Tarifi, proprietario della Tarifi Cement Companies, era Giamil al-Tarifi, all’epoca Ministro per gli Affari Civili dell’Autorità Palestinese.
 
Così, Tarifi e Barakeh importavano negli anni 2003 e 2004 un totale di 420 mila tonnellate di cemento egiziano di prima qualtià, sussidiato dal contribuente egiziano, di cui però, soltanto 30 mila tonnellate erano finiti effettivamente nei Territori Occupati della Palestina, mentre il grosso – 390 mila tonnellate – furono venduti a Zeef Belinski che li usò per la costruzione di colonie israeliane e per la costruzione del Muro dell’Apartheid.
 
I milioni di profitti fraudolenti furono ripartiti tra Belinski, Tarifi e Barakeh che a loro volta li ripartivano tra i pezzi-da-novanta della leadership di Fatah. La cosa provocò sgomento nella società palestinese e portò al discredito di Fatah, anzì, segno la sua dissoluzione come movimento politico. Nelle elezioni parlamentari del gennaio 2006, molti – tra di loro comunisti e cristiani – votarono per Hamas, assicurando a Hamas una schiacciante vittoria.
 

 
 

Di Susanne Scheidt  per Al-Awda-Italia

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