Il nipote di Mandela: Sud Africa modello per i palestinesi

MEMO. Il nipote del defunto leader e icona sudafricana, Nelson Mandela, ha rivolto un appello ai palestinesi affinché seguano le orme dei sudafricani nel combattere contro l’apartheid dello Stato di Israele.

Durante un’intervista esclusiva con l’agenzia Anadolu, Mandla Mandela ha affermato che i sudafricani hanno vissuto per decenni sotto il regime di apartheid del loro paese.

“Tuttavia, siamo riusciti a sconfiggerlo”, ha dichiarato, attribuendo la vittoria a ciò che ha descritto come “l’unità interna contro il regime di apartheid”.

“Abbiamo dovuto serrare i ranghi per portare tutta la gente oppressa del Sud Africa oltre i confini nazionali e le differenze di genere”, ha affermato Mandela.

“Siamo riusciti a parlare all’unanimità. L’oppressione ci ha aiutati ad essere efficaci nelle nostre strategie”.

Il Sud Africa ha instaurato relazioni diplomatiche con la Palestina nel 1995, un anno dopo la fine del dominio da parte della minoranza bianca.

Da allora, Pretoria è rimasta fortemente critica nei confronti del continuo maltrattamento dei palestinesi da parte di Israele, compresa la sua longeva politica di costruire insediamenti illegali nel territorio arabo della Cisgiordania occupata.

Ambasciatori attivi.

Mandela ha affermato che i sudafricani che hanno vissuto oltreoceano durante il regime di apartheid erano “ambasciatori attivi nella nostra lotta per la liberazione”.

“Si sono mobilitati e hanno lavorato sodo per rendere il mondo consapevole della brutalità e delle atrocità commesse contro le persone indifese del Sud Africa”, ha dichiarato.

Ha inoltre sottolineato che tali sforzi hanno aiutato a richiamare il sostegno globale e dare il via a campagne di solidarietà a favore della causa dei sudafricani.

Secondo Mandela, una di queste campagne efficaci è stata la Release Mandela Campaign, che ha mirato a liberare tutti i prigionieri politici.

Ha inoltre citato il Movimento Anti-Apartheid, che ha portato al lancio di campagne pro-Sud Africa in tutto il mondo.

“Tutto ciò ha portato a boicottare i prodotti allora provenienti dal Sud Africa così come ogni attività sportiva del paese”, ha evidenziato.

Questo movimento, secondo Mandela, è stato inoltre capace di condizionare i governi affinché imponessero sanzioni al Sud Africa.

“Tutte queste iniziative hanno portato al collasso del regime di apartheid in Sud Africa”.

Mandela crede che gli sforzi del Sud Africa contro il dominio della minoranza bianca potrebbero essere un modello per i palestinesi nella resistenza contro la decennale occupazione israeliana.

“Oggigiorno, stiamo assistendo alla brutta faccia del regime di apartheid in Israele”, ha sottolineato.

“Annunciamo al mondo che come siamo stati capaci di minare il regime di apartheid in Sud Africa, saremo in grado di fare lo stesso con quello israeliano”.

Mandela ha poi proseguito lanciando un appello a tutti i gruppi politici in Palestina affinché si riuniscano contro l’occupazione israeliana.

“Invitiamo all’unità tra i palestinesi. Hanno bisogno di smettere di guardarsi attraverso divisioni partigiane e di unirsi”.

Ha esortato i palestinesi nella diaspora a svolgere un ruolo attivo nel denunciare le atrocità commesse contro i palestinesi in patria.

“I sei milioni di palestinesi che vivono in esilio possono divenire efficaci ambasciatori con una visione che convinca la gente di tutto il mondo a sostenere la loro causa”.

Inoltre, ha invitato i palestinesi a trarre vantaggio dalle risoluzioni ONU che condannano l’apartheid.

“L’apartheid è un crimine globale ed è compito nostro svelarne la sua brutta faccia, soprattutto in Israele, portandolo davanti ad ogni sorta di corte (internazionale)”, ha dichiarato.

Infine, ha esortato a utilizzare il posto del Sud Africa nel Consiglio di Sicurezza ONU per diventare “la voce dei più deboli e quindi parlare dell’autodeterminazione della Palestina”.

Traduzione per InfoPal di Giorgia Temerario