Il nuovo disegno di legge israeliano criminalizza il lavoro umanitario anti-occupazione

Addameer.org. In un altro tentativo di ostacolare il lavoro delle organizzazioni per i diritti umani, i parlamentari del Likud, Avi Dichter, Mattan Cohen e altri, hanno proposto un disegno di legge per modificare l’articolo 114C del Codice penale israeliano, ampliando la definizione di agente straniero. L’articolo 114A del Codice penale prevede 15 anni di prigione per chiunque contatti intenzionalmente un agente straniero senza fornire spiegazioni in merito.

Nell’articolo 114C l’agente straniero viene definito come “chiunque possa essere ragionevolmente sospettato di essersi coinvolto, o di essere stato inviato, da o per conto di uno stato straniero o un’organizzazione terroristica, nella raccolta di informazioni segrete o in altri atti che potrebbero mettere in pericolo la sicurezza di Israele, o chiunque possa essere sospettato di appartenere ad una organizzazione terroristica, di essere ad essa connesso, o di esserne un delegato”.

La proposta di legge suggerisce di cambiare la terminologia, sostituendo “stato estero” con “entità politica estera” come definito dall’articolo 36A della legge sulle organizzazioni, che include ma non è limitato a qualsiasi stato estero, incluse le unioni, le organizzazioni o i gruppi di stati esteri; l’organizzazione, l’autorità e la delegazione di uno stato estero o di un’unione di stati esteri; le autorità locali o regionali, l’autorità al governo di uno stato straniero o il membro di un’alleanza di stati stranieri”.

Un ente o entità estero comprende unioni estere, organizzazioni o gruppi di entità estere; l’Autorità palestinese; una società costituita secondo le leggi di un’entità estera o dell’ANP, ecc.

Nella spiegazione preliminare, i parlamentari sostengono che la definizione di “stato estero” del Codice penale è obsoleta e non rispetta i caratteri del mutevole panorama internazionale con cui Israele si confronta. “Nuovi soggetti si sono uniti all’ambiente internazionale, come l’Autorità palestinese (che non è uno stato, né un’organizzazione terroristica), l’Unione Europea (che non è uno stato), ed altri attori e società internazionali che rappresentano stati esteri o fungono da loro delegati”.

Il potenziale ampliamento della definizione di stato estero e l’adozione della definizione della legge sulle organizzazioni come parte della terminologia del Codice penale è il chiaro segno della volontà di ridurre, sempre di più, il potere delle organizzazioni per i diritti umani. È evidente come i bersagli espliciti, così come sottolineato nella nota esplicativa, siano le organizzazioni che cooperano con o ricevono supporto dall’Unione Europea o dall’ANP. L’obiettivo è, infatti, quello di limitare ulteriormente il raggio di azione delle organizzazioni, definendo il loro lavoro come mero “contatto con entità estere”.

Adottando questa terminologia come parte del Codice penale si criminalizza il lavoro delle organizzazioni palestinesi per i diritti umani, tenendole costantemente sotto il radar della persecuzione, delle accuse e delle minacce israeliane.

Analizzata nel contesto della legge anti-BDS e della cosiddetta legge sulla trasparenza dei finanziamenti delle ONG, questa proposta di legge, se attuata, è una pericolosa escalation, non solo perché diminuisce il potere di agire delle organizzazioni, ma poiché trasforma in reato il lavoro per i diritti umani. La definizione di Israele di ciò che significa raccogliere informazioni segrete o lavorare per conto di uno stato o entità estera è già troppo ampia e con questa modifica il numero degli abusi e delle violazioni segnalate aumenterebbe ulteriormente.

Questo disegno di legge si sposa perfettamente con gli aggressivi sforzi dei gruppi pro-Israele a esercitare pressioni sull’Unione Europea e sui partner europei, così che il supporto alle organizzazioni per i diritti umani cessi o venga condizionato.

Traduzione per InfoPal di Sara Origgio