Il parlamentare sequestrato Hamed al-Bitawi trasferito all'ospedale del carcere di Ramleh

Le forze di occupazione israeliane hanno trasferito shaikh Hamed al-Bitawi, uno dei parlamentari palestinesi sequestrati, nell’ospedale del carcere di Ramleh a seguito del deterioramento delle sue condizioni di salute, verificatoso ieri sera durante l’interrogatorio nella base militare al-Jumlah. Di questa eventualità sia la famiglia sia l’Associazione dei teologi musulmani della Palestina, di cui al-Bitawi è presidente, avevano già messo in guardia le autorità.
Al-Bitawi era già stato trasferito dalla prigione di Majeddo verso il centro militare per gli interrogatori al-Jumlah dopo il suo arresto nel 24 dello scorso mese, nell’ambito della recente campagna d’arresti eseguita a danno di deputati e ministri palestinesi in Cisgiordania.
Si ricorda che al-Bitawi, di 63 anni, soffre di una serie di malattie, tra diabete e cardiopatia, per cui avrebbe bisogno di cure particolari giornaliere. Queste circostanze furono totalmente disconosciute dalle forze d’occupazione che, già due mesi fa, rifiutarono ad al-Bitawi di recarsi in Giordania per le cure mediche.
Hamed al-Bitawi è stato arrestato dalle autorità israeliane per la seconda volta, e fu tra il gruppo di dirigenti palestinese che, nell’inverno 1992, furono deportati dalle forze militari israeliane nel Libano meridionale.
L’Associazione dei teologi musulmani della Palestina ha rilasciato un comunicato esprimendo le proprie gravi preoccupazioni di fronte al protrarsi del sequestro di Hamed al-Bitawi: il presidente della Lega ha fatto presente che al-Bitawi soffre di un insieme di malattie che chiedono una costante attenzione e cure mediche che  l’Associazione teme gli vengano, come è consuetudine, negate dalle forze d’occupazione.
L’Associazione dei teologi invita tutte le organizzazioni nazionali ed internazionali per la difesa dei diritti umani ad intervenire immediatamente per prevenire un ulteriore deterioramento delle condizioni di salute di al-Bitawi,  deportato dalle forze d’occupazione senza alcun riguardo per la sua età né per le sue particolari condizioni di salute, nel famigerato centro per gli interrogatori al-Jumlah.
L’Associazione die teologi mette in guardia dalle ripercussioni della politica d’occupazione, sottolineando che essa prende di mira i dirigenti della resistenza, ma "non riuscirà a conseguire gli obiettivi spregevoli  che si pone".

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