Il partito salafita egiziano Nur rifiuta colloqui ufficiali con gli USA

Ahram online. Il secondo più importante partito islamico egiziano rifiuta i colloqui con il Segretario di Stato degli USA in una due-giorni in Egitto, denunciando l’ingerenza straniera in affari interni

Il vice-segretario di Stato Bill Burns è arrivato al Cairo lunedì mattina per una visita di due giorni per sollecitare una sosta all’attuale violenza nel paese e anche per incoraggiare la formazione di un governo civile democratico, a seguito di un golpe militare supportato dal popolo contro il presidente islamico dello Stato.

Il partito ultraconservatore Nur ha rifiutato di incontrare l’alto diplomatico per protestare contro ciò che vede come l’ingerenza degli Stati Uniti negli affari interni dell’Egitto, secondo quanto ha riportato l’agenzia di stampa statale Mena.

I militari hanno deposto il presidente eletto Mohamed Mursi il 3 luglio, dopo giorni di manifestazioni a livello nazionale che chiedevano la sua estromissione. I disordini che seguirono che hanno provocato la morte di decine di persone e ne hanno ferite più di 1.400 in tutto l’Egitto hanno sollevato preoccupazioni a Washington.

Il Partito Nur ha dichiarato, invece, che è urgente andare avanti con le negoziazioni controllate di Al-Azhar con tutte le forze politiche – tra cui i Fratelli Musulmani – che cercano di forgiare la riconciliazione nazionale nel paese sempre più diviso, ha aggiunto Mena.

Il gruppo è caduto in quella che è descritta come retorica provocatoria anti-islamica nei media egiziani, approfondendo ulteriormente la già aspra divisione politica e gli sforzi di riconciliazione in stallo. Si dice che stia lavorando per creare un codice di condotta per disciplinare la questione.

Il Partito Nur, che inizialmente ha appoggiato la cacciata di Mursi, ha poi rifiutato posti nel governo provvisorio, appoggiato dall’esercito, installato dopo il rovesciamento del leader islamico. Il primo ministro ad interim Hazem El-Beblawi dovrebbe presentare il nuovo gabinetto a metà settimana.

Nei suoi primi commenti dalla cacciata di Mursi, il generale Abdel Fattah El-Sisi ha detto che l’esercito ha agito dopo che Mursi aveva respinto un referendum sulla sua presidenza, nonostante i milioni che sono scesi in piazza per contestare la fiducia a Mursi e premere per le elezioni anticipate.

Mursi è stato portato in un “luogo sicuro”, dal momento della sua estromissione, il 3 luglio, dicono fonti ufficiali. Sia Berlino che Washington hanno chiesto la sua liberazione.

Lo Stato ha avviato severi provvedimenti contro la Fratellanza, dopo la rimozione di Mursi: molti dei funzionari delle organizzazioni islamiche  sono stati arrestati, sono su liste con il divieto di viaggio o hanno avuto i propri beni congelati.

Traduzione di Edy Meroli