Il PCHR accoglie con favore la relazione della Missione internazionale d’inchiesta sugli insediamenti israeliani: idenfiticazione delle responsabilità attraverso la Corte penale internazionale

Il PCHR Accoglie con favore la relazione della Missione internazionale d’inchiesta sugli insediamenti israeliani: idenfiticazione delle responsabilità attraverso la Corte penale Internazionale

Nel mese di gennaio 2013 la Missione internazionale d’inchiesta ha presentato la sua relazione al Consiglio dei Diritti dell’Uomo, che nell’aprile 2012, aveva stabilito e incaricato la Missione d’indagare sulle conseguenze delle colonie israeliane sui diritti umani del popolo palestinese in tutto il territorio palestinese occupato, ivi compresa Gerusalemme est.

Nelle sue raccomandazioni la Missione afferma che “Israele deve, ai sensi dell’articolo 49 della Quarta Convenzione di Ginevra, cessare tutte le attività di insediamento senza precondizioni. Inoltre, deve avviare immediatamente il processo di ritiro di tutti i coloni dai Tpo (Territorio palestinese occupato)”. Nonostante i processi politici che cercano di porre fine all’espansione degli insediamenti, la Missione sottolinea che la “pianificazione e la crescita degli insediamenti persistono, così come la creazione di nuove strutture”.

La relazione evidenzia le politiche illegali e le violazioni inerenti alla presenza di insediamenti in Cisgiordania, compresa Gerusalemme est. Tra questi: l’indebolimento del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese, la violazione del diritto alla libera circolazione, non discriminazione e l’uguaglianza, il “sistema di segregazione totale tra i coloni e il resto della popolazione che vive negli oPt”, le violazioni dei diritti dei bambini attraverso la detenzione, la negazione di un processo equo e maltrattamenti durante la detenzione e il trasferimento illegale di centri di detenzione israeliani, la mancata tutela dei diritti dei bambini palestinesi di accedere all’istruzione, e l’incapacità di prevenire, indagare o punire penalmente atti di violenza dei coloni. 

La Missione mette in rilievo che “il volume di informazioni ricevute in tema di espropriazione, sfratti, demolizioni ed evacuazioni è prova della diffusione di queste pratiche. Pratiche particolarmente diffuse in alcune zone, specialmente a Gerusalemme est”.

Trovandosi pienamente d’accordo con l’osservazione che sottolinea la totale impunità per la violenza dei coloni e per l’espansione degli insediamenti, il Pchr sostiene in particolare il riferimento della Missione alla Corte penale internazionale come mezzo per stabilire la responsabilità per gli insediamenti in Cisgiordania, compresa Gerusalemme est, che costituisce un crimine di guerra ai sensi dell’articolo 8 (2) (b), (viii) dello Statuto di Roma.

La relazione conclude che “lo Statuto di Roma stabilisce la competenza della Corte penale internazionale sulla deportazione o il trasferimento, direttamente o indirettamente, da parte della Potenza occupante, di parte della propria popolazione nel territorio che occupa, o la deportazione o il trasferimento di tutti o parte della popolazione del territorio occupato all’interno o all’esterno. La ratifica dello Statuto da parte palestinese può portare all’identificazione delle responsabilità per gravi violazioni dei diritti umani e gravi violazioni del diritto umanitario internazionale e la giustizia per le vittime”.

La Palestina deve ora firmare e ratificare lo Statuto di Roma e unirsi ai 121 Stati che sono già parte dello Statuto. Come afferma la relazione della Missione: “La ratifica dello Statuto da parte palestinese può portare all’identificazione delle responsabilità per le gravi violazioni dei diritti umani e le gravi violazioni del diritto umanitario internazionale e giustizia per le vittime”.

Traduzione a cura di Viola Migliori