Il Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR) ha accolto con favore questo accordo e chiede all’Autorità Palestinese di adempiere ai suoi obblighi legali, di assumersi le proprie responsabilità e ritirare le misure punitive che sono state imposte alla Striscia di Gaza nel marzo 2017, con il pretesto della divisione politica e geografica, poiché queste scuse non hanno più valore.
Questi sviluppi impongono misure imperative necessarie per alimentare un clima di riconciliazione ed unità nazionale; la cosa più importante è ritrattare la decisione di tagliare gli stipendi di centinaia di dipendenti dell’ANP per motivi politici ed annullare la decisione sul pensionamento anticipato. Inoltre, l’Autorità Palestinese dovrebbe sospendere il sistema pensionistico finanziario e le detrazioni dagli stipendi dei militari e dei dipendenti civili, che raggiungono circa il 50%. Queste misure punitive violano la legge modificata sulla servizio civile n. (4)/2005 e la legge sul servizio nelle forze di sicurezza palestinesi n. 8 del 2005.
Pertanto, gli attuali aggiornamenti politici richiedono un sostegno finanziario equo e garantito per i settori dei servizi nella Striscia di Gaza, oltre alla fornitura di medicinali ed attrezzature sanitarie per i magazzini del ministero della Salute a Gaza.
Ormai da molti anni, il PCHR mette in guardia sull’impatto delle misure punitive dell’Autorità Palestinese sulle situazioni economica e sociale della popolazione di Gaza, specialmente visti i 13 anni di embargo israeliano ed il conseguente aumento della povertà e dei tassi di disoccupazione.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.